mercoledì 10 ottobre 2012



Croazia – 800 anni dalla venuta di san Francesco in terra croata

Dal 1° al 6 ottobre 2012 si è celebrato, a Spalato e a Zara, l’VIII centenario della venuta di san Francesco in terra croata. Dal 1 al 2 ottobre si sono tenute le giornate di studio e vi hanno partecipato Frati, Suore, OFS, GIFRA ed amici di san Francesco dalla Croazia e dalla Bosnia/Erzegovina. Dal 5 al 6 ottobre, presso la chiesa di San Francesco sulla costa di Spalato, si è tenuta l’Adorazione eucaristica, da mezzanotte fino alle ore 10, e subito dopo la processione sul lungomare di Spalato, conclusasi con la benedizione.
Alle ore 11 c'è stata la Concelebrazione eucaristica, presieduta da mons. Marin Barišić, arcivescovo di Split-Makarska, a cui hanno partecipato tre vescovi, sette Ministri provinciali e circa 100 sacerdoti. Per saperne di più, visita: http://www.franjevci-split.hr/





martedì 9 ottobre 2012



Colloqui scolpiti nel cuore
Tra il 1942 e il 1945 il francescano Gabriele Allegra 
e il gesuita Pierre Teilhard de Chardin si incontrarono spesso a Pechino

Al centro delle conversazioni il primato di Cristo e il rapporto tra fede e scienza

di Marcella Serafini

Beato Gabriele Allegra
La beatificazione di padre Gabriele Allegra (1907-1976) offre l’occasione per condividere il fascino e l’attualità di un libretto, snello e piacevole alla lettura: Gabriele Allegra Il primato di Cristo in San Paolo e Duns Scoto. Le mie conversazioni con Teilhard de Chardin (Assisi, Edizioni Porziuncola, 2011, pagine 104, euro 10). Il volume è un vero gioiello di ricchezza e profondità, preziosa testimonianza di onesta e sincera ricerca della verità. Padre Gabriele Allegra — frate minore di origini siciliane, missionario in Cina sin da giovane età e primo traduttore della Bibbia in cinese (1961) — presenta e consegna alla lettura una fedele e vivace ricostruzione delle conversazioni, tenute a Pechino tra il 1942 e il 1945, con il teologo e padre gesuita Pierre Teilhard de Chardin. Quest’ultimo, profondamente affascinato dalla presenza di Cristo in tutte le cose, cercava con passione di approfondire e trasmettere tale prospettiva, che da parte sua coglieva con estrema chiarezza. Nel momento in cui incontra padre Allegra, si trova di fronte un interlocutore con cui approfondire la tematica del primato di Cristo nella filosofia francescana, Duns Scoto in particolare.
Il breve testo offre un resoconto dettagliato dei temi di quelle conversazioni e ne ricostruisce il clima umano, affascinante e suggestivo, fatto di cordialità e rispetto reciproco, da cui emerge il profilo, umano e intellettuale, dei due interlocutori e un patrimonio di intuizioni, geniali e profonde. La richiesta di pubblicare il resoconto delle conversazioni arrivò a padre Allegra agli inizi degli anni Sessanta; lo sollecitavano, in particolare, alcuni teologi francescani americani, desiderosi di poter verificare meglio la continuità tra il cristocentrismo della grande scolastica francescana (Alessandro di Hales, Bonaventura e soprattutto Scoto) e i nuovi orizzonti della cristologia teilhardiana.

lunedì 8 ottobre 2012



Frati precursori
Un progetto francescano di evangelizzazione anticipava alcune linee 
del concilio già negli anni Quaranta del Novecento 

Dal patrimonio archivistico del Centro pastorale per le missioni interne emergono testimonianze di innovativi metodi di analisi
di Giuseppe Buffon

Fr. Giuseppe Buffon
La festa di san Francesco d’Assisi assume quest’anno un significato particolare per il fatto di precedere di appena otto giorni l’inaugurazione dell’anno della fede, che segna l’inizio delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario d’indizione del concilio Vaticano II. A tutti è ormai noto il contributo offerto dal santo di Assisi al progresso della fede con la fondazione dell’ordine francescano. Una iniziativa assolutamente inedita, anche in ambito scientifico, è invece la proposta di una “nuova evangelizzazione”, maturata in seno al medesimo ordine francescano nel decennio precedente al grande evento conciliare. Di vero inedito, infatti, si deve parlare allorché si fa riferimento alla vicenda del Centro pastorale per le missioni interne (Cpmi), il cui patrimonio archivistico — in buona parte sprovvisto di catalogazione — giace fino a ora inesplorato. Si è dimostrata sufficiente una rapida consultazione del materiale documentario prodotto dai suoi organismi per cogliere i tratti di un’autentica anticipazione del programma riformistico lanciato dal Vaticano II, nonché per scoprire una modalità di applicazione dell’orientamento conciliare, vale a dire quella sua connotazione pastorale, orientata al dialogo con il “mondo”, inteso nella sua dimensione secolare, economica, politica e civile.
L’intuizione del Cpmi affonda le sue radici in un preciso sostrato culturale, tipico di una stagione di ricerche storico sociali, svolte intorno al confronto tra religione e “modernità”. Ci riferiamo qui alla fine degli anni Quaranta, periodo durante il quale lo storico Gabriel Le Bras e il canonico Fernand Boulard, fondandosi sui dati relativi alla pratica religiosa, individuano i tratti di una geografia francese di scristianizzazione. Nelle “carte della Francia religiosa” da essi realizzate figurano suddivisioni denominate: zone a, con praticanti in alta percentuale; zone b, con percentuale medio bassa di frequenza e con i rimanenti di mentalità cristiana ancora persistente; e infine zone c, caratterizzate da esiguo numero di praticanti all’interno di un ambiente che si distingue per una concezione di vita ormai completamente avulsa dai valori cristiani.

domenica 7 ottobre 2012



L’apertura della XIII Assemblea Generale Ordinaria 
del Sinodo dei Vescovi - Vaticano

Il 7 ottobre 2012,  XXVII Domenica del Tempo Ordinario, il Santo Padre Benedetto XVI ha proclamato «Dottori della Chiesa»:

San Giovanni d’Avila, sacerdote diocesano;
Santa Ildegarda di Bingen, monaca professa dell’Ordine di San Benedetto;

e ha presieduto la Celebrazione Eucaristica in occasione dell’Apertura della  XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema: «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana». Hanno concelebrato con il Santo Padre i Padri Sinodali e i Vescovi delle Conferenze episcopali spagnola e tedesca.

sabato 6 ottobre 2012


Il Sinodo su nuova evangelizzazione

La prossima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si terrà dal 7 al 28 ottobre 2012, ha per tema «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana». La riflessione sinodale sarà arricchita dall'Anno della Fede che avrà inizio l'11 ottobre 2012 e si concluderà il 24 novembre 2013. La Chiesa è chiamata a "trasformare" le varie situazioni attuali in luoghi di annuncio del Vangelo e di esperienza ecclesiale. Nel contempo, si auspica una nuova sensibilità, che richiede una certa creatività ed audacia evangelica, verso le persone allontanatesi dalla Chiesa. Tutti i cristiani sono chiamati a dare il loro contributo. Infatti, l'Anno della Fede rappresenta un pressante appello alla conversione perché ogni cristiano e ogni comunità portino abbondanti frutti. Tra i frutti della fede sono: l'impegno ecumenico, la ricerca della verità, il dialogo interreligioso, il coraggio di denunciare le infedeltà e gli scandali nella comunità cristiana.


El Sínodo sobre la nueva evangelización

La próxima Asamblea General Ordinaria del Sínodo de los Obispos, se tendrá del 7 al 28 de 2012, tendrá como tema «La nueva evangelización para la transmisión de la fe cristiana». Las reflexiones sinodales serán enriquecidas por el Año de la Fe, que comenzará el 11 de octubre de 2012 y terminará el 24 de noviembre de 2013. La Iglesia está llamada a "transformar" las diversas situaciones actuales en lugares de anuncio del Evangelio y de experiencia eclesial. Al mismo tiempo, se desea una nueva sensibilidad, que requiere una cierta creatividad y audacia evangélica, hacia los que se han distanciado de la Iglesia. Todos los cristianos están llamados a dar su contribución. De hecho, el Año de la Fe representa un apelo urgente a la conversión porque cada cristiano y cada comunidad den abundantes frutos. Entre los frutos de la fe están: el compromiso ecuménico, la búsqueda de la verdad, el diálogo interreligioso, el valor de denunciar la infidelidad y los escándalos en la comunidad cristiana.


The Synod on New Evangelization

The next Ordinary General Assembly of the Synod of Bishops will be held from October 7-28, 2012, with the theme "The New Evangelization for the Spreading of the Christian Faith." The Synod's deliberations will be enriched by the Year of Faith, which will begin on October 11, 2012, and end on November 24, 2013. The Church is called to "transform" the current various situations into places of Gospel proclamation and ecclesial experience. At the same time, it is hoped that there will be a greater sensitivity with some creativity and evangelical boldness toward those that have distanced themselves from the Church. All Christians are called to give their input. In fact, the Year of Faith is an urgent call to conversion, so that every Christian and every community will bear abundant fruit. Among the fruits of faith are: the commitment to ecumenism, the search for truth, interreligious dialogue, and the courage to denounce the infidelities and scandals in the Christian community.

Le Synode sur la nouvelle Évangélisation

La prochaine Assemblée générale ordinaire du Synode des Évêques qui aura lieu du 7 au 28 octobre, a pour thème  « La nouvelle évangélisation pour la transmission de la foi chrétienne ». La réflexion synodale sera enrichie par l’année de la Foi qui débutera le 11 octobre  2012 et se conclura le 24 novembre 2013. L’Église est appelée à transformer les diverses présences actuelles en lieux d’annonce de l’Évangile et d’expérience ecclésiale. Entre temps, on souhaite une nouvelle sensibilité qui demande une certaine créativité et audace évangéliques, surtout envers les personnes éloignées de l’Église. Tous les chrétiens sont appelés à donner leur contribution. En effet, l’Année de la Foi  représente un appel pressant à la conversion pour que chaque chrétien et chaque communauté portent des fruits abondants. Parmi les fruits de la foi, il y a l’engagement œcuménique, la recherche de la vérité,  le dialogue interreligieux, le courage de dénoncer les infidélités et les scandales dans  la communauté chrétienne.

venerdì 5 ottobre 2012



Francesco, Newman e il Vangelo
Alla vigilia dell’Anno della fede
di Robert P. Imbelli

John Henry Newman nella Grammatica dell’assenso distingue tra due forme di conoscenza, una “nozionale” e l’altra “reale”. Potrebbero però essere indicate anche come “conoscenza astratta”, della testa, e “conoscenza esperienziale”, del cuore. Newman non ne sceglie una a scapito dell’altra. Entrambe sono importanti, necessarie per una visione comprensiva dell’uomo, per un umanesimo integrale. Nelle questioni religiose, però, la vera conoscenza, il vero assenso, è fondamentale.
Si possono e si dovrebbero conoscere gli articoli del Credo e i passi del Catechismo. Ma se rimangono solo proposizioni astratte, nozionali, non raggiungeranno la realtà viva alla quale mira la religione. Da qui l’obiettivo dell’evangelista, del predicatore, del catechista, di mediare, in chi lo ascolta, il passaggio dal meramente nozionale al reale. Una delle parole preferite di Newman era “realizzazione”, cioè, per grazia di Dio, rendere reali per noi stessi e aiutare gli altri a rendere reali per sé gli immensi misteri della fede.
Questa sfida di rendere reale la nostra fede per noi stessi e per gli altri è al centro dell’Anno della fede. Newman, i cui scritti hanno tanto influenzato il giovane teologo Joseph Ratzinger, ha riflettuto molto anche su come rendere più facile il passaggio dal meramente nozionale al reale. Suggerisce che è in primo luogo l’immaginazione a muovere i nostri affetti e a ispirarci all’azione. In un passo rilevante della Grammatica dell’assenso scrive: «Di solito il cuore non è raggiunto attraverso la ragione ma attraverso l’immaginazione». Aggiunge poi le seguenti parole, tanto caratteristiche della sua visione: «Le persone ci influenzano, le voci ci sciolgono, gli sguardi ci soggiogano, gli atti ci infiammano».
Non c’è dunque da stupirsi che, quando fu creato cardinale, New-man scelse come motto cor ad cor loquitur (“cuore parla a cuore”). Riassume la sua visione profondamente personalistica delle relazioni umane, ovvero di ogni realtà che procede dall’amore del Dio Trino.
Pochi personaggi nella storia della Chiesa incarnano con più forza di san Francesco d’Assisi la verità dell’intuizione di Newman. Nella sua Vita prima sancti Francisci, scritta a tre anni dalla morte del santo, Tommaso da Celano descrive l’enorme impatto che Francesco ha avuto sugli uomini e le donne del suo tempo.
Tendiamo a pensare al XIII secolo come al culmine dell’“età della fede”. Tuttavia, Tommaso da Celano descrive la situazione in Umbria al tempo in cui Francesco ha iniziato il suo ministero in termini che hanno una straordinaria somiglianza con la nostra epoca secolarizzata: una «profonda dimenticanza di Dio» oscurava il paese e «l’incuria verso i comandamenti di Dio» permeava la vita della gente. Secondo i termini usati da New-man, buona parte del cristianesimo che caratterizzava quell’epoca era solo nozionale e non reale.
È interessante osservare che Tommaso descrive Francesco come novus evangelista, il “nuovo evangelista” inviato da Dio per risvegliare il cuore degli uomini e delle donne a un vero senso della presenza e dell’azione di Dio nella loro vita. Ciò in cui Francesco s’imbarcò fu una nuova evangelizzazione della società e della cultura.
Che cosa aveva di nuovo l’evangelizzazione di Francesco? Certamente non il Vangelo — egli proclamò con le parole e con i fatti, con tutto il suo essere, l’unica Buona Novella di Gesù Cristo — ma una nuova realizzazione del Vangelo, con appassionato impegno e incarnazione creativa. Ravvivò l’immaginazione cristiana della sua epoca.
Alla base di tutto, e a sostenere Francesco, c’era il suo rapporto d’amore con Gesù Cristo. Il cuore del cuore di Francesco era Gesù. Come scrive Tommaso da Celano: «I frati che vissero con lui sanno molto bene come ogni giorno, anzi ogni momento affiorasse sulle sue labbra il ricordo di Cristo […] e quella sorgente di illuminato amore che lo riempiva dentro, traboccava anche di fuori. Era davvero molto occupato con Gesù. Gesù portava sempre nel cuore, Gesù sulle labbra, Gesù nelle orecchie, Gesù negli occhi, Gesù nelle mani, Gesù in tutte le altre membra».
Naturalmente il portare Gesù «in tutte le altre membra» per Francesco si perfezionò nell’onerosa grazia delle stigmate. E fu un grande evangelista non solo perché predicava — cosa che certamente fece — ma anche perché viveva Gesù pienamente: morendo con Gesù, per poter risorgere con lui.
Mentre iniziamo questo Anno della fede, mentre i vescovi del mondo si riuniscono per il sinodo sull’evangelizzazione, possiamo imparare da John Henry Newman e da Francesco d’Assisi che una fede meramente nozionale non basta. Ancora una volta veniamo invitati a realizzare la nostra fede con maggior pienezza, così da poter diventare evangelisti più generosi e creativi. Di fatto, solo il cuore può davvero parlare al cuore.

giovedì 4 ottobre 2012



Solennità di San Francesco d’Assisi
Celebrazione Eucaristica presso la Curia generalizia OFM

Presieduta dai frati Predicatori












4 ottobre festa di San Francesco il Patrono d'Italia

San Francesco fu proclamato nel 1939 da Papa Pio XII Patrono d'Italia.


O Dio, che in san Francesco d’Assisi, povero e umile,
hai offerto alla tua Chiesa
una viva immagine del Cristo,
concedi anche a noi
di seguire il tuo Figlio nella via del Vangelo
e di unirci a te in carità e letizia. (Colletta)

Altissimo, glorioso Dio
illumina le tenebre de lo core mio.
E damme fede dritta,
speranza certa e caritade perfetta,
senno e cognoscemento, Signore,
che faccia lo tuo santo e verace comandamento.
(Preghiera al Crocifisso di San Damiano, di S. Francesco)

San Francesco, prega per noi!




PLEGARIA A SAN FRANCISCO,

 EN EL AÑO DE LA FE

Padre nuestro Francisco:
Tu que quistes un hombre
lleno del Espíritu del Señor,
 Y nos enseñaste a vivir según su santa operación,
Procúranos la gracia de que durante este
AÑO DE LA FE,
Sepamos leer  e interpretar los signos de los tiempos.
Intercede para que, nuestra fe pequeña,
Aumente cada día,  y seamos fieles a la misma.
Que nuestra esperanza no desfallezca,
 Sino que confiemos plenamente
 En la Providencia Divina.
Que  nuestra caridad se manifieste
 En  nuestras fraternidades,
 De manera que sean fuente
de evangelización y de paz
I que nuestra humildad sea tan profunda,
que de verdad nos vean
como Hermanas y Hermanos menores.
Te lo pedimos por Jesús, Señor nuestro,
 Salvador, Maestro y Hermano Jesucristo.
 AMEN

Fr Josep Gendrau i Valls ofm

mercoledì 3 ottobre 2012

Il Transito di San Francesco presso la Curia generalizia OFM
presieduto dal Vicario generala Fr. Michael Antony Perry





Solenne Commemorazione del Transito di San Francesco

La Porziuncola, per volontà dello stesso Francesco, è anche il luogo della morte del santo d'Assisi.

Blaz Farcnik - la morte di S. Francesco - Ljubljana Center

Durante il biennio che seguì alla impressione delle stimmate, nell’anno ventesimo della sua conversione, Francesco chiese che lo portassero a Santa Maria della Porziuncola, per rendere a Dio lo spirito della vita, là dove aveva ricevuto lo spirito della grazia. Quando vi fu condotto si prostrò tutto nudo sulla nuda terra e disse ai frati: «Io ho fatto la mia parte; la vostra, Cristo ve la insegni».
Avvicinandosi il momento del suo transito, fece chiamare intorno a sé tutti i frati, li benedisse tutti, presenti e assenti, e aggiunse: «State saldi, o figli tutti, nel timore del Signore e perseverate sempre in esso! E, poiché sta per venire la tentazione e la tribolazione, beati coloro che persevereranno nel cammino iniziato! Quanto a me, mi affretto verso Dio e vi affido tutti alla Sua grazia!».
Quando, infine, si furono compiuti in lui tutti i misteri, quell’anima santissima, sciolta dal corpo, fu sommersa nell’abisso della chiarità divina e l’uomo beato s’addormentò nel Signore. Uno dei suoi frati e discepoli vide quell’anima beata, in forma di stella fulgentissima, sollevarsi su una candida nuvoletta al di sopra di molte acque e penetrare diritta in cielo.

(dalla Leggenda maggiore, cfr. FF 1239-1243)

martedì 2 ottobre 2012


Jacopa dei Settesoli

Basilica di S. Francesco - Assisi
Francesco d’Assisi, quando morì, alla Porziuncola, il 3 ottobre 1223 ebbe accanto, oltre ai frati, anche una donna: Jacopa dei Settesoli o Settesogli definita da Tommaso da Celano, biografo di San Francesco «…famosa per nobiltà e per santità nella città di Roma, aveva meritato il privilegio di uno speciale amore da parte del Santo» (Celano, Trattato dei Miracoli, n. 37). Jacopa - o Giacoma o Giacomina - nacque intorno al 1190 da una famiglia di origine normanna fu coniugata con il nobile romano Graziano Frangipane del ramo dei Settesoli, un’antica e potente famiglia romana. Dal loro matrimonio erano nati due figli, Giacomo e Giovanni (che ricoprirono il ruolo di senatori di Roma).
Il coniuge Graziano, morto prematuramente, affidò alla propria vedova l’amministrazione dei numerosi castelli e dei possedimenti sparsi per tutta la città e la circostante campagna.
Quando, nel 1209, i Penitenti di Assisi si recarono a Roma, per ottenere dal papa l’approvazione della loro "Regola", la lunga permanenza nell’"Urbe" li obbligò a bussare ripetutamente a molte porte, tra le quali quella del palazzo dei Settesoli-Frangipane.  Donna Jacopa li accolse con gentilezza e generosità. Le ripetute visite, i colloqui con Francesco diedero vita ad una solidissima amicizia, che fece del palazzo della nobildonna, rimasta vedova tra il 1210 e il 1216, la “casa dei frati”.  Da allora, Jacopa dei Settesoli divenne la più valida collaboratrice del nascente "Ordine francescano" nella città dei Papi.
Attiva e risoluta, devota e affettuosa nei confronti dei francescani, Jacopa venne chiamata da Francesco: “frate Jacopa”. Nonostante avesse l’opportunità di vivere lussuosamente, ella seguì il modello di perfezione suggerito dal poverello d’Assisi, conducendo una vita austera e mettendo a sua disposizione i suoi beni ed il suo potere.
Quando Francesco sentì avvicinarsi la sua ultima ora, disse ad un frate di scrivere una lettera per Jacopa, per informarla della sua morte imminente, chiedendole di raggiungerlo alla Porziuncola. Ma per ispirazione divina la donna era già alla porta e portava con se gli oggetti che Francesco aveva chiesto per le sue esequie nella lettera: “un panno di color cinericcio, nel quale involgere il povero corpo del morente, e molti ceri, la sindone pel volto, un cuscino pel capo, e un certo cibo che al Santo piaceva (mostaccioli)”.
Dopo i funerali di Francesco“frate Jacopa” tornò a Roma per il breve tempo necessario a disporre gli affari familiari, poi tornò ad Assisi, dove trascorse il resto della vita vicino alla tomba del suo padre spirituale, in abito di povera e umile terziaria, dedicandosi alla penitenza e alle opere di carità. Morì l’8 febbraio 1239. Fu sepolta nella chiesa inferiore della Basilica di S. Francesco di Assisi, vicino all’altare che sovrasta la tomba del Poverello.

lunedì 1 ottobre 2012


New edition of Fraternitas
Nuovo numero di Fraternitas
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Neue Nummer des Fraternitas
Novi broj Fraternitasa
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