sabato 31 dicembre 2011

giovedì 29 dicembre 2011


"Con san Francesco e il suo presepe venivano messi in evidenza
l’amore inerme di Dio, la sua umiltà e la sua benignità,
che nell’Incarnazione del Verbo si manifesta agli uomini
per insegnare un nuovo modo di vivere e di amare."

Benedetto XVI


martedì 27 dicembre 2011


Quello che abbiamo veduto e udito,
noi lo annunciamo anche a voi.

Andrea della Robbia, Natività
La Verna

"Figlioli miei, quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita - la vita infatti si manifestò, noi l'abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi -, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena."

(1Gv 1,1-4)

domenica 25 dicembre 2011


È nato per noi un bambino, un figlio ci è stato donato:
egli avrà sulle spalle il dominio,
consigliere ammirabile sarà il suo nome.
(cf. Is 9,5)

Barocci, 1597

"In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta.

Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.

E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità."

Gv 1,1-18



sabato 24 dicembre 2011

Ecco è giunta la pienezza dei tempi:
Dio ha mandato il suo Figlio nel mondo.
(cf. Gal 4,4)
Giotto, 1304-1306

In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d'Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano.

Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati.

Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall'alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace».
(Lc 1,67-79)
Presepe di Francesco
Greccio, 1223

Era il 1223, circa due settimane prima della Natività e Francesco dimorando nel romitorio di Fontecolombo chiamò il suo amico Giovanni Velita, signore di Greccio, invitandolo a preparare quanto sarebbe servito per la celebrazione natalizia: " 'Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l'asinello'.

Giotto, Il Presepe di Greccio, 1297-1300 ca. Assisi,
Basilica Superiore di San Francesco
 Appena l'ebbe ascoltato, il fedele e pio amico se ne andò sollecito ad approntare nel luogo designato tutto l'occorrente, secondo il disegno esposto dal santo. E giunse il giorno della letizia, il tempo dell'esultanza! Per l'occasione sono qui convocati molti frati da varie parti; uomini e donne arrivano festanti dai casolari della regione, portando ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte, nella quale s'accese splendida nel cielo la Stella che illuminò tutti i giorni e i tempi. Arriva alla fine Francesco: vede che tutto è predisposto secondo il suo desiderio, ed è raggiante di letizia.

Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l'asinello. In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l'umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme. Questa notte è chiara come pieno giorno e dolce agli uomini e agli animali! La gente accorre e si allieta di un gaudio mai assaporato prima, davanti al nuovo mistero. La selva risuona di voci e le rupi imponenti echeggiano i cori festosi. I frati cantano scelte lodi al Signore, e la notte sembra tutta un sussulto di gioia.

Il Santo è lì estatico di fronte al presepio, lo spirito vibrante di compunzione e di gaudio ineffabile. Poi il sacerdote celebra solennemente l'Eucarestia sul presepio e lui stesso assapora una consolazione mai gustata prima. Francesco si è rivestito dei paramenti diaconali, perché era diacono, e canta con voce sonora il santo Vangelo: quella voce forte e dolce, limpida e sonora rapisce tutti in desideri di cielo. Poi parla al popolo e con parole dolcissime rievoca il neonato Re povero e la piccola città di Betlemme.

Cappella del Presepio, Greccio
Spesso, quando voleva nominare Cristo Gesù, infervorato di amore celeste lo chiamava 'Bambino di Betlemme', e quel nome 'Betlemme' lo pronunciava riempendosi la bocca di voce e ancor più di tenero affetto, producendo un suono come belato di pecora. E ogni volta che diceva 'Bambino di Betlemme' o 'Gesù', passata la lingua sulle labbra, quasi a gustare e trattenere tutta la dolcezza di quelle parole. Vi si manifestano con abbondanza i doni dell'Onnipotente, e uno dei presenti, uomo virtuoso (Giovanni Velita), ha una mirabile visione. Gli sembra che il Bambinello giaccia privo di vita nella mangiatoia, e Francesco gli si avvicina e lo desta da quella specie di sonno profondo.

Né la visione prodigiosa discordava dai fatti, perché, per i meriti del santo, il fanciullo Gesù veniva resuscitato nei cuori di molti, che l'avevano dimenticato, e il ricordo di lui rimaneva impresso profondamente nella loro memoria.

Terminata quella veglia solenne, ciascuno tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia".



venerdì 23 dicembre 2011


Auguri di Natale del direttore di Fraternitas
Fr. Robert Bahčič OFM

"Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità".
Gv 1, 1.14


Gesù Bambino vi ricolmi con la sua pace, grazia e benedizione.
Lui è la Parola che viene a mostrarci che Dio ama il suo popolo
e non lo abbandona. Dio ha fiducia nell'uomo.
Abbiamo fiducia in Dio, fratelli e sorelle, e anche fra di noi.
Dio è amore, rimaniamo nell'amore.
Diventiamo anche noi una buona parola per gli altri.

Fr. Robert



giovedì 22 dicembre 2011

Auguri di Natale del Ministro generale
José R. Carballo OFM


"Spogliati della tua tristezza"

"Cari fratelli: è Natale, la festa del Dio-con-noi, dell’Emanuele. È Natale, la festa del Verbo fatto carne; del Figlio che, senza cessare di esserlo, si fa nostro fratello (cf. 2Cel 198). È Natale, annuncio di pace: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2,14), Cristo «è la nostra pace» (Ef 2,14). È Natale, buona novella per tutta l’umanità: l’Impassibile si sente trascinato da un’immensa passione d’amore. Sì, il Natale ci rivela il carattere passionale dell’incarnazione: rivela la passione di Dio per l’uomo. Il Natale è l’inizio delle nozze tra Dio e l’umanità, l’inizio di un amore che sarà più forte della morte (cf. Ct 8,6). E se è certo che «vi è più gioia nel dare che nel ricevere» (At 20,35), allora il Natale non è solo la festa della gioia dell’uomo perché si sente amato, ma anche la festa della gioia di Dio perché ama. Il Natale è la nascita di Dio in terra, nascita dell’uomo nei cieli." 




La lettera intera nelle diverse lingue:



mercoledì 21 dicembre 2011





In quel giorno il Signore ha mandato la sua misericordia, nella notte si è udito il suo cantico.

Questo è il giorno fatto dal Signore: esultiamo e rallegriamoci in esso.

Poiché il santissimo bambino diletto ci è stato donato e per noi è nato, lungo la via e deposto in una mangiatoia, perché non c’era posto nell’albergo.

Gloria al Signore Dio nell’alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà.

S. Francesco

martedì 20 dicembre 2011

...o Mirabile Umiltà...

Il presepe di san Francesco e santa Chiara alla Porziuncola

Mostra internazionale di Presepi, nella quale sono esposti più di 150 presepi con ben 52 nazioni rappresentate.

7 dicembre 2011 - 2 febbraio 2012








«Guarda con attenzione la povertà di colui che
è posto in una mangiatoia e avvolto in pannicelli.
O mirabile umiltà, o povertà che dà stupore!
Il Re degli angeli, il Signore del cielo e della terra
è reclinato in una mangiatoia».


Santa Chiara, IV lettera a sant’Agnese








Le foto della mostra: ...o Mirabile Umiltà...

lunedì 19 dicembre 2011

Breve storia di Fraternitas

Fraternitas è un bollettino dell'Ordine dei Frati Minori. "È un mezzo per conoscersi e per conoscere e così sentirsi una Fraternità universale," come scrive il Definitorio generale nel 2001. Il primo numero di Fraternitas fu scritto in lingua latina e portava la data: 10 novembre 1967.

A Fraternitas va riconosciuto il titolo di essere il primo tra i frutti maturati nel Capitolo generale del 1967. È stato fortemente voluto dal Ministro generale Fr. Constantino Koser con l’intenzione di rinsaldare i legami della Fraternità all’interno dell’Ordine, nel rispetto della libertà e delle differenze con cui Dio ha creato ogni uomo.

Fr. Alberto Maria Lopera Trujillo così scriveva l’8 novembre 1967:
“Insieme con l’Ufficio Protocollo c’è il progetto (già in esecuzione) di un notiziario o bollettino per l’Ordine. Mi pare che l’idea di affidare questo bollettino al Protocollo sia dovuto al fatto che l’Ufficio Protocollo avrà a portata di mano la fonte di tutte queste informazioni. Se si tiene conto, però, che il lavoro del Protocollo, soprattutto nei primi mesi, assorbirà molto tempo, a mio parere si dovrebbe pensare a un Ufficio indipendente o almeno non sotto la diretta responsabilità dei protocollisti.”

Nella presentazione del primo numero troviamo indicato lo scopo del notiziario (in latino):
Queste “Informationes” non vogliono essere niente altro che un veicolo o uno strumento per far giungere più facilmente a tutti i frati dell’Ordine le notizie sull’attività sia delle varie Entità della nostra famiglia (p.e. Curia generale, Circoscrizioni, Conferenze dei Ministri provinciali, Province etc.) sia anche dei più piccoli gruppi o dei singoli frati, che sembra opportuno ed utile far sapere a tutta la fraternità francescana.



La Curia generale ha cessato di inviare Fraternitas alle Province per posta normale a partire dal gennaio 2002. Da quest’anno Fraternitas è sempre disponibile al 1° di ogni mese, in otto lingue, nel Sito ufficiale dell'Ordine dei Frati Minori: http://www.ofm.org/fraternitas/.