sabato 15 settembre 2012


La rivista Terrasanta ora in formato digitale, per iPad

Arriva su iPad la versione in formato digitale della rivistaTerrasanta, e quella di The Holy Land Review, rivista gemella in lingua inglese.
Esse si rivolgono a coloro che intendono approfondire gli aspetti culturali e spirituali della Terra Santa, offrendo articoli su Bibbia, attualità, ecumenismo, archeologia, cultura e dialogo tra le religioni. I contenuti sono dunque in stretta connessione con le linee guida su cui si fonda l’operato di ATS pro Terra Sancta: l’importanza dei Luoghi Santi, della loro valorizzazione e conservazione, e l’importanza di mantenervi radicate le comunità cristiane locali.
Il nuovo formato digitale della rivista contiene servizi, dossier, interviste, gallerie fotografiche, video e approfondimenti speciali.
In questa versione, il periodico avrà un orientamento solo orizzontale, per ottimizzare la visualizzazione delle immagini; una grafica e una multimedialità migliorata per consentire al lettore un più agile accesso a tutti i contenuti del bimestrale; il supporto per newsstand, ossia l’edicola personale visibile nella schermata Home che riunisce tutti gli abbonamenti in un’unica App; la possibilità di condividere il materiale tramite social network.
I primi due numeri (maggio-giugno e luglio-agosto 2012) sono scaricabili gratuitamente, mentre dal terzo é possibile acquistare ogni singola uscita di Terrasanta a 3,99 euro, oppure abbonarsi per un anno al prezzo di 18,49 euro.

Per scaricare le riviste, cliccare qui.

venerdì 14 settembre 2012



La Beatificazione di Gabriele Allegra OFM

La solenne celebrazione della Beatificazione sarà il prossimo 29 settembre 2012, festa dei santi Arcangeli e vigilia della memoria di S. Girolamo, nella Basilica Cattedrale di Acireale.


Sarà il prefetto della Congregazione per la causa dei Santi, il cardinale Angelo Amato, a leggere, il 29 settembre, il decreto relativo alla beatificazione di padre Gabriele Maria Allegra, colui che, a motivo della traduzione della Bibbia in cinese, è detto anche il "il san Girolamo della Cina".


Fra Giuseppe Noto, Ministro Provinciale e Fra Massimo D. Corallo, Segretario della Provincia dell'Ordo Fratrum Minorum, Provincia Siciliae “Sanctissimi Nominis Jesu”, con grande gioia annunciano che il Santo Padre Benedetto XVI, dopo aver avuto il parere della Congregazione delle Cause dei Santi, con la sua Autorità Apostolica, concede che il Venerabile Servo di Dio Gabriele Maria Allegra, frate minore, d'ora in poi sia chiamato Beato!


Per qualunque ulteriore approfondimento rimandiamo al sito dei Frati Minori di Sicilia

giovedì 13 settembre 2012


Il Libano aspetta Benedetto XVI

A pochi giorni dal viaggio del Santo Padre, sul sito del Franciscan Media Center, il centro di produzione video della Custodia di Terra Santa, è disponibile una nuova sezione speciale dedicata al paese dei cedri






Luoghi, realta', interviste, testimonianze ... e tante immagini, raccolte nel Paese dei cedri. E’ quello che troverete nei video raggruppati in questa sezione del nostro sito, in preparazione al viaggio che Benedetto XVI compira’ dal 14 al 16 settembre in Libano, un piccolo ma vivace “pezzetto” di Terra Santa, tutto da scoprire. E dove la Chiesa Cattolica e’ presenza viva all’interno della societa’ ...




Brevi reportage video, disponibili in sei lingue (inglese, italiano, arabo, francese, spagnolo e portoghese) che possono essere direttamente visualizzati QUI.

mercoledì 12 settembre 2012



Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani

Programma Corsi Anno Accademico 2012 - 2013


In allegato a questa pagina il Depliant della Scuola Sup. di Studi Medievali e Francescani.
Segue un elenco di attività programmate per il periodo 2012-2013.
  • Giovedì 25 ottobre 2012, ore 9,00 - Convento San Francesco, Via Giacomini, 3, - Firenze: Giornata di studio I Francescani e gli Ebrei.
    Intervengono:
    • G. Todeschini, I Francescani e gli Ebrei in Italia tra Medioevo e prima Età Moderna;
    • G. Michelini, Frate Nicolò da Lira e l’esegesi ebraica;
    • M.G. Muzzarelli, Monti di Pietà, banchi ebraici e predicazione sugli ebrei degli Osservanti;
    • F. Sedda, Giovanni da Capestrano e gli Ebrei;
    • L. Turchi, Giacomo della Marca e gli Ebrei;
    • P. Pieraccini, La Custodia di Terra Santa, il sionismo e lo stato d'Israele;
    • A. Maiarelli, L’opera di soccorso agli ebrei tra Assisi e Firenze nell’epoca fascista;
    • D. Jaeger, Conclusioni.
  • Sabato 17 novembre 2012 - Santa Colette de Corbie. VII Giornata di studio Osservanza francescana al femminile (Assisi – Monastère Sainte Colette).
    Intervengono:
    • L. Viallet, Frati Minori e Clarisse in Francia nei secoli XIV-XV;
    • M.-C. Roussey, Colette de Corbie, biografia e spiritualità;
    • M.-B. Umiker – T.-M. Chaumont, Colette de Corbie e le clarisse dell’Osservanza: continuità e differenze;
    • G. Buffon, Conclusioni.
  • Lunedì 19 - giovedì 22 novembre 2012, Roma: Settimo stage di archivistica per operatori negli archivi delle famiglie francescane. Cfr. per informazioni: www.antonianum.eu.
  • Sabato 1 dicembre, Foligno - Monastero Santa Lucia, ore 16,00: Presentazione del volume Dalla Corte al Chiostro. Santa Caterina Vigri e i suoi scritti. Atti della VI Giornata di studio Osservanza francescana al femminile (Ferrara - Monastero Corpus Domini, 5 novembre 2011) (Viator), Edizioni Porziuncola, Assisi (in stampa; sarà pronto per settembre 2012; per prenotazioni: info@edizioniporziuncola.it).
  • Venerdì 16 maggio 2013, Roma - Pontificia Università Antonianum, ore 15,30: XII Giornata del Centro Italiano di Lullismo.
  • Sabato 25 maggio 2013, Fara Sabina - Monastero Clarisse Eremite, ore 9,00: Giornata di studio La mistica del Seicento. 1.Venerabile Francesca Farnese.
    Hanno confermato il loro intervento:
    • Alessandra Bartolomei Romagnoli, La mistica del 600 e le clarisse;
    • Costanzo Cargnoni, Spiritualità francescana tra Tommaso da Olera e Veronica Giuliani;
    • M. Chiara Farfalla, Tratti spirituali di Francesca Farnese.

P. Pietro Messa, ofm
Preside Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani
Via Merulana, 124
00185 Roma
Telefono 0670373528
Fax 0670373604
E-mail sssmf@antonianum.eu
Sito web http://www.antonianum.eu


Scarica gli allegati
Depliant della Scuola Sup. di Studi Medievali e Francescani

martedì 11 settembre 2012


IN HOC SIGNO
La Croce nell’arte, nella cultura e nella fede
Musei Ecclesiastici Umbri
14 settembre – 27 ottobre 2012


La visio di Costantino del 312, aldilà dei risvolti storico-politici, costituisce un evento simbolico di straordinaria importanza per la storia della fede cristiana, per la cultura europea, per la storia dell’arte in generale e dell’arte sacra in particolare. Dopo quell’evento e quello dell’anno successivo – il noto editto – l’arte cristiana esploderà in una produzione di enorme entità. Il simbolo stesso della croce assumerà un ruolo sempre più centrale nella teologia cristiana e nella sua iconografia di riferimento.
L’evento rappresenta un’indiscutibile occasione per portare all’attenzione della cultura contemporanea la centralità di questo simbolo, anche per la civiltà che da esso ha tratto sviluppo e pace. Il bisogno di riscoprire la centralità del misterium crucis nella fede cristiana, la necessità di vivere un rinnovato dialogo tra le comunità cristiane che si riconoscono in quel simbolo, e il ridare ad esso la centralità che gli appartiene nell’arte sacra ci impone di celebrare la storia di questo simbolo.
L’indizione da parte del Santo Padre di uno speciale anno da dedicare alla riflessione sulla fede, che si avvierà l’11 ottobre di quest’anno – 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II – non fa che sottolineare il valore di questa opportunità.

Per questa ragione, dal 14 settembre 2012 (Esaltazione della Croce, festa che ha un’origine diretta con i fatti costantiniani) al 27 ottobre 2012 (commemorazione della visio costantini) i Musei Ecclesiastici Umbri (13 musei distribuiti in tutto il territorio umbro), in sintonia con la Chiesa che è in Italia che ricorderà in diversi modi l’avvenimento, organizzano una serie di eventi per offrire a questo simbolo la considerazione che gli è dovuta su piani diversi e complementari: spirituale, artistico e culturale. Si tratta di concerti, di convegni, progetti didattici, mostre di arte sacra antica e contemporanea, tutti finalizzati a esaltare un simbolo dal quale ci sentiamo rappresentati e al quale ci riferiamo spiritualmente e culturalmente, perché non sia accantonato superficialmente ma rimesso al centro della nostra vita e della nostra cultura. L’evento è organizzato con il fondamentale contributo della Regione Umbria e con i significativi patrocini della Conferenza Episcopale Italiana, attraverso l’Ufficio dei Beni culturali della CEI e dell’Associazione dei Musei Ecclesiastici Italiani, ed è promosso dalla Conferenza Episcopale Umbra.


domenica 9 settembre 2012


Il 26° Incontro Mondiale per la Pace
Bosnia ed Erzegovina – Sarajevo
9 – 11 settembre 2012

Porziuncola - 27 ottobre 2011

A vent’anni dal drammatico assedio di Sarajevo, la Comunità di Sant’Egidio e l’arcidiocesi di Vrhbosna-Sarajevo promuovono l’Incontro Mondiale per la Pace “Uomini e Religioni”. Parteciperanno i leader di tutte le grandi religioni.

Quest’anno, 2012, ricorre il ventennale dell’inizio della guerra in Bosnia, che ha avuto Sarajevo come città simbolo della sofferenza e della distruzione.


sabato 8 settembre 2012



Incontro con il Santo Padre a Castelgandolfo

8 settembre 2012


Nella Festa della Natività della Beata Vergine Maria, Benedetto XVI, nel Cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, ha ricevuto stamani i partecipanti al 23o Congresso Mariologico Mariano Internazionale: “La mariologia a partire dal Concilio Vaticano II. Ricezione, bilancio e prospettive”.




Discorso del Papa ai partecipanti al XXIII Congresso Mariologico Mariano Internazionale.

Cari fratelli e sorelle,

con grande gioia accolgo tutti voi qui a Castel Gandolfo, quasi a conclusione del XXIII Congresso Mariologico Mariano Internazionale. Molto opportunamente state riflettendo sul tema: «La mariologia a partire dal Concilio Vaticano II. Ricezione, bilancio e prospettive», dato che ci accingiamo a ricordare e celebrare il 50° anniversario dell’inizio di quella grande Assise, apertasi l’11 ottobre del 1962.

Saluto cordialmente il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, Presidente del Congresso; il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e del Consiglio di Coordinamento tra Accademie Pontificie, come pure il Presidente e le Autorità Accademiche della Pontificia Accademia Mariana Internazionale, a cui va la mia gratitudine per l’organizzazione di questo importante evento. Un saluto ai Vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, ai Presidenti e ai rappresentanti delle Società mariologiche presenti, agli studiosi di mariologia e, infine, a tutti coloro che partecipano ai lavori del Congresso.

Il Beato Giovanni XXIII volle che il Concilio Ecumenico Vaticano II si aprisse proprio l’11 ottobre, nello stesso giorno in cui, nel 431, il Concilio di Efeso aveva proclamato Maria «Theotokos», Madre di Dio (cfr AAS 54, 1962, 67-68). In tale circostanza egli iniziò il suo discorso con parole significative e programmatiche: «Gaudet Mater Ecclesia quod, singulari Divinae providentiae munere, optatissimus iam dies illuxit, quo, auspice Deipara Virgine, cuius materna dignitas hodie festo ritu recolitur, hic ad Beati Petri sepulchrum Concilium Oecumenicum Vaticanum Secundum sollemniter initium capit». [trad. it: «La Madre Chiesa si rallegra perché, per un dono speciale della divina Provvidenza, è ormai sorto il giorno tanto desiderato nel quale, auspice la Vergine Madre di Dio, di cui oggi si celebra con gioia la dignità materna, qui, presso il sepolcro di san Pietro, inizia solennemente il Concilio Ecumenico Vaticano II»].

Come sapete, il prossimo 11 ottobre, per ricordare quello straordinario avvenimento, si aprirà solennemente l’Anno della Fede, che ho voluto indire con il Motu proprio Porta fidei, in cui, presentando Maria come modello esemplare di fede, invoco la Sua speciale protezione e intercessione sul cammino della Chiesa, affidando a Lei, beata perché ha creduto, questo tempo di grazia. Anche oggi, cari fratelli e sorelle, la Chiesa gioisce nella celebrazione liturgica della Natività della Beata Vergine Maria, la Tutta Santa, aurora della nostra salvezza.

Il senso di questa festa mariana ci viene ricordato da sant’Andrea di Creta, vissuto tra il VII e l’VIII secolo, in una sua famosa Omelia per la Festa della Natività di Maria, in cui l’evento viene presentato come un tassello prezioso dello straordinario mosaico che è il disegno divino di salvezza dell’umanità: «Il mistero del Dio che diventa uomo, la divinizzazione dell’uomo assunto dal Verbo, rappresentano la somma dei beni che Cristo ci ha donati, la rivelazione del piano divino e la sconfitta di ogni presuntuosa autosufficienza umana. La venuta di Dio fra gli uomini, come luce splendente e realtà divina chiara e visibile, è il dono grande e meraviglioso della salvezza che ci venne elargito. La celebrazione odierna onora la natività della Madre di Dio. Però il vero significato e il fine di questo evento è l’incarnazione del Verbo. Infatti Maria nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del Re dei secoli, di Dio» (Discorso I: PG 97, 806-807). Questa importante e antica testimonianza ci porta al cuore della tematica su cui riflettete e che il Concilio Vaticano II volle sottolineare già nel titolo del Capitolo VIII della Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium: «La Beata Vergine Maria Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa». Si tratta del «nexus mysteriorum», dell’intimo collegamento tra i misteri della fede cristiana, che il Concilio ha indicato come orizzonte per comprendere i singoli elementi e le diverse affermazioni del patrimonio della fede cattolica.

Nel Concilio, a cui presi parte da giovane teologo come esperto, ebbi modo di vedere i vari modi di affrontare le tematiche circa la figura e il ruolo della Beata Vergine Maria nella storia della salvezza. Nella seconda sessione del Concilio un nutrito gruppo di Padri chiese che della Madonna si trattasse in seno alla Costituzione sulla Chiesa, mentre un altrettanto numeroso gruppo sostenne la necessità di un documento specifico che mettesse adeguatamente in luce la dignità, i privilegi e il singolare ruolo di Maria nella redenzione operata da Cristo. Con la votazione del 29 ottobre 1963 si decise di optare per la prima proposta e lo schema della Costituzione Dogmatica sulla Chiesa fu arricchito con il capitolo sulla Madre di Dio, nel quale la figura di Maria, riletta e riproposta a partire dalla Parola di Dio, dai testi della tradizione patristica e liturgica, oltre che dalla ampia riflessione teologica e spirituale, appare in tutta la sua bellezza e singolarità e strettamente inserita nei misteri fondamentali della fede cristiana. Maria, di cui è sottolineata innanzitutto la fede, è compresa nel mistero di amore e di comunione della SS. Trinità; la sua cooperazione al piano divino della salvezza e all’unica mediazione di Cristo è chiaramente affermata e posta nel giusto rilievo, facendone così un modello e un punto di riferimento per la Chiesa, che in Lei riconosce se stessa, la propria vocazione e la propria missione. La pietà popolare, da sempre rivolta a Maria, risulta infine nutrita dai riferimenti biblici e patristici. Certo, il testo conciliare non ha esaurito tutte le problematiche relative alla figura della Madre di Dio, ma costituisce l’orizzonte ermeneutico essenziale per ogni ulteriore riflessione, sia di carattere teologico, sia di carattere più prettamente spirituale e pastorale. Rappresenta, inoltre, un prezioso punto di equilibrio, sempre necessario, tra la razionalità teologica e l’affettività credente. La singolare figura della Madre di Dio deve essere colta e approfondita da prospettive diverse e complementari: mentre rimane sempre valida e necessaria la via veritatis, non si può non percorrere anche la via pulchritudinis e la via amoris per scoprire e contemplare ancor più profondamente la fede cristallina e solida di Maria, il suo amore per Dio, la sua speranza incrollabile. Per questo, nell’Esortazione apostolica Verbum Domini, ho rivolto un invito a proseguire sulla linea dettata dal Concilio, invito che rivolgo cordialmente a voi, cari amici e studiosi. Offrite il vostro competente contributo di riflessione e di proposta pastorale, per far sì che l’imminente Anno della Fede possa rappresentare per tutti i credenti in Cristo un vero momento di grazia, in cui la fede di Maria ci preceda e ci accompagni come faro luminoso e come modello di pienezza e maturità cristiana a cui guardare con fiducia e da cui attingere entusiasmo e gioia per vivere con sempre maggiore impegno e coerenza la nostra vocazione di figli di Dio, fratelli in Cristo, membra vive del suo Corpo che è la Chiesa.

Affido tutti voi e il vostro impegno di ricerca alla materna protezione di Maria e vi imparto una particolare Benedizione Apostolica.





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Concerto “Salve Regina” del “Vocalia Consort”

7 settembre 2012 presso la Basilica Santa Maria in Aracoeli in Roma

Nell'ambito dei lavori del 23° CongressoMariologico-Mariano Internazionale 
il Vocalia Consort ha svolto, presso la Basilica dell'Aracoeli in Roma, il Concerto “SALVE REGINA” diretto dai maestri Marco Berrini e Alessandro De Lillo.







« SALVE REGINA »

Introitum  “Vultum tuum”
B. Britten (1913-1976)  “Hymn to the Virgin”
O. Dipiazza (1929)  “Tota pulchra”
Antiphona   “Salve Regina”
A. Scarlatti (1660-1725) "Salve Regina"
U. Sisask (1960)   “Oremus”
Cod. Gerona XIV sec.   “Ave Maria”
D. Scarlatti (1685-1757)  “Magnificat”
T.L. De Victoria (1548-1611)  “Regina coeli”

venerdì 7 settembre 2012


Maria e i vescovi di Roma
All’Antonianum il ventitreesimo congresso internazionale
di Salvatore Maria Perrella

Negli anni del pontificato di Paolo VI, di Giovanni Paolo II e ora di Benedetto XVI, e in modo particolare sulla scorta della dottrina del capitolo VIII della Lumen gentium, la Chiesa con il suo magistero e la teologia ha rimotivato e rinnovato in modo convincente la mariologia, ripristinando e attualizzando una procedura consona all’odierna sete di gustare la bellezza e la verità del mistero cristico-trinitario al cui interno si scorge l’umile e splendida persona e icona della Mater Domini. Tale procedura, che ha di «antico» e di «nuovo», consente di cogliere la santa e umana icona della Madre di Gesù così come la divina rivelazione l’ha predestinata, attuata e mostrata nella narrazione della santa pagina. Facendo nostra un’asserzione del dogmatico evangelico Gérard Siegwalt nel suo recente articolo Vaticano II: tra cattolicesimo e cattolicità, possiamo ben dire che la «novità del Vaticano II è anche la sfida del Vaticano II, quella di riconciliare il cattolicesimo romano con la cattolicità, e la cattolicità con il cattolicesimo romano. Il Vaticano II, infatti, vuole essere un concilio non di scomunica, ma di unione, di comunione; in altre parole: non di delimitazione, ma di integrazione». 



Esemplare banco di prova di tale asserzione è secondo noi il capitolo VIII della Lumen gentium che ha sapientemente integrato Santa Maria di Nazaret nel mistero del Dio trinitario di Cristo a partire dalla Parola della fede (Romani, 10, 8), tenendo in debito conto della tradizione vivente della Chiesa, stando attenta a proporre una dottrina che non fa accrescere il dissenso, ma suscita il consenso e il fraterno dialogo, nella carità e nella verità, tra la Chiesa, le chiese e le confessioni cristiane (Lumen gentium, 54, 67). Impresa che continua, appassiona, avvince, nonostante le «oscillazioni» umorali del tempo e dell’uomo, e che sia Papa Montini, sia Papa Wojtyła sia Papa Ratzinger hanno, per quanto hanno potuto, calmierato e stabilizzato con la sua mariologia e marianità biblica, sapienziale ed ecclesiale, ritmata dal loro cristocentrismo trinitario-ecclesiale e dalla loro antropologia personalista e relazionale. Non va dimenticato, infatti, che Santa Maria è sin dagli inizi presente nel fatto cristiano; anzi, a motivo della sua persona, del suo ruolo e significato per la fede e per la vita di fede, è divenuta via via parte indelebile del fatto ecclesiale, come dimostra la bimillenaria storia del cristianesimo letta e interpretata sull’importante versante della cultura. Versante, asserisce Stefano De Fiores, che ci «conduce a scorgere la Madre di Gesù non solamente nel dogma e nel culto della Chiesa, in contesto chiaramente storico-salvifico e cristologico, ma più a monte nella dinamica culturale delle varie epoche come elemento significativo, anche se ancora poco studiato dagli storici. Anzi, Maria appare in ognuna di esse come una figura indispensabile che conquista progressivamente tempo, spazio, persone e istituzioni; e diviene, pur nelle variazioni proprie di ciascun universo simbolico, una persona rappresentativa, frammento e insieme sintesi in cui si rispecchia il tutto della fede, della Chiesa, della società, in una parola della singola cultura».
Scrittura, credo, magistero, liturgia, pietà popolare, teologia, prassi pastorale, ecumenismo, dialogo interreligioso, arte e cultura, sono i tòpoi, i luoghi, gli ambiti attraverso cui la Madre del Signore è entrata, non abusivamente, ma congruamente nella coscienza non solo ecclesiale di ieri e di oggi! Infatti, nel nostro tempo attuale la mariologia è sempre più intessuta di profondi legami con le altre branche del pensare e del proporre la fede nell’oggi della Chiesa e del mondo; ciò, non dobbiamo dimenticarlo, grazie al concilio Vaticano II, al suo insegnamento, ai suoi orientamenti e alle sue prospettive. Oggi, la riflessione mariologica è sempre più intessuta di profondi legami con le altre branche del pensare e del proporre la fede nell’oggi della Chiesa, del mondo e dell’uomo/donna in continua trasformazione.



La mariologia postconciliare possiede, infatti, delle caratteristiche e delle note specifiche che il magistero cattolico ha non solo proposto (si pensi, ad esempio, alle indicazioni metodologico-prospettiche del capitolo mariano della Lumen gentium, del Vaticano II, a quelle liturgiche e antropologiche della Marialis cultus, di Paolo VI, a quelle biblico-teologiche, teologali ed ecumeniche presenti nella Redemptoris mater, di Giovanni Paolo II; agli imput di Benedetto XVI in ordine a una mariologia biblico-sapienziale), ma anche messe in pratica e sviluppate (grazie al contributo di una teologia sempre più correlata, plurale e interdisciplinare), che semplicemente elenchiamo: cristocentrismo trinitario e dimensione pneumatologica; visione ecclesiologica ed ecclesiotipica; riscoperta e valorizzazione della via della bellezza e della via del simbolo; conoscenza e valorizzazione delle altre tradizioni cristiane; impegno al dialogo ecumenico e interreligioso; istanza prassica e liberatrice con impatto nel sociale; esigenza dell’inculturazione; creatività nella fedeltà alla riforma liturgica e rivalutazione e valorizzazione ecclesiale della pietà popolare; attenzione agli input venienti dalle scienze umane; sensibilità verso la dimensione pastorale e catechetica; studio e approfondimento della spiritualità mariana; relazione tra pietà mariana e vita consacrata. Legata ormai a un rodato statuto storico-salvifico ed ermeneutico, la mariologia sarà dinamicamente e creativamente fedele sia all’intramontabile primato e valore assiologico dell’evento parola/Cristo, sia al variegato e talvolta ondivago umore della cultura umana in cui è inserita per portarvi positivi influssi. Una mariologia il cui distintivo carattere non è la sequela di mode passeggere ma piuttosto il porsi in cammino e al servizio della credibilità della fede cristiana — come in più occasioni esorta Benedetto XVI — dell’unità dei discepoli di Cristo e dell’uomo e della donna del difficile nostro tempo postmetafisico, postmoderno, postcristiano, postsecolare, spesso gravato da abissali carenze esistenziali, valoriali e religiose, ma bisognoso e desideroso di colmarle senza più arrischiarsi a «sperare nel tragico», affinché ritrovi il gusto di accogliere pascalianamente la perenne sfida della fede. In questo plurimo servizio teologale, teologico, ecclesiale, pastorale, sociale, etico, simbolico, antropologico ed escatologico, la Madre del Signore e la stessa mariologia trovano il loro spazio naturale di pensiero, di provocazione e di azione pro multis.
Per concludere, possiamo ben dire che i tre Papi nel loro magistero mariano, diretto e indiretto, si sono attenuti con scrupolo responsabile a quanto avevano paventato nel loro impegno programmatico di vescovi di Roma: a livello mariano sono stati dei veri protagonisti nell’illustrazione e nella diffusione della dottrina conciliare, avendo un’eco significativa anche al di fuori della stessa mariologia. Infatti, come giustamente osserva il cardinale Angelo Amato, sono state «considerate un prezioso contributo all’epistemologia teologica in generale, dal momento che ne hanno specificato e ulteriormente ampliato il metodo teologico proposto dal decreto sulla formazione sacerdotale (Optatam totius, 16) del Vaticano II».

giovedì 6 settembre 2012

Il perché di un innegabile protagonismo in ambito mariano
Da Paolo VI a Benedetto XVI
di Angelo Amato

Inaugurando la corretta impostazione teologico-dogmatica del discorso su Maria, il concilio di Efeso indicò l’alveo idoneo per l’approfondimento dottrinale del mistero della beata Vergine, per una sua valida celebrazione liturgica e devozionale e per una sua adeguata rappresentazione iconografica. Come Efeso, anche il Vaticano II si pone, dopo più di quindici secoli, come spartiacque epocale del discorso mariano, disciplinandone il rigoglioso sviluppo avuto nel corso dei secoli e ridando alla riflessione e alla pietà mariana la loro essenziale struttura cristologico-trinitaria nell’ormai celebre capitolo ottavo della costituzione dogmatica sulla Chiesa, intitolato De beata Maria Virgine Deipara in mysterio Christi et Ecclesiae. Riprendendo il dogma efesino della maternità divina di Maria — «Virgo enim Maria, quae Angelo nuntiante Verbum Dei corde et corpore suscepit et Vitam mundo protulit, ut vera Mater Dei ac Redemptoris agnoscitur et honoratur» — il Concilio aggiunge: «Intuitu meritorum Filii sui sublimiore modo redempta Eique arcto et indissolubili vinculo unita, hoc summo munere ac dignitate ditatur ut sit Genitrix Dei Filii, ideoque praedilecta filia Patris necnon sacrarium Spiritus Sancti, quo eximiae gratiae dono omnibus aliis creaturis, coelestibus et terrestribus, longe antecellit» (Lumen gentium, 53).
È straordinaria l’essenzialità del dettato conciliare in questa descrizione trinitaria della beata Vergine, chiamata genitrice del Figlio di Dio, figlia prediletta del Padre e sacrario dello Spirito Santo. Questa sua eccellenza di grazia fa sì che Maria «preceda di gran lunga tutte le altre creature, celesti e terrestri». Ma il concilio precisa anche che Maria è una creatura «redenta in modo più sublime in vista dei meriti del suo Figlio». È la stessa affermazione fatta dal concilio nel suo primo documento ufficiale, esattamente nella costituzione sulla sacra liturgia, in cui si asserisce che la Chiesa ammira in Maria «il frutto più eccelso della redenzione». Sono affermazioni decisive per allontanare dal discorso mariano ogni indebita esasperazione dottrinale e devozionale, che la ponga in parallelo al suo Figlio divino.
Dopo circa cinquant’anni possiamo oggi valutare con serena oggettività la portata epocale del capitolo ottavo della Lumen gentium, che, come il seme sparso sul terreno buono, ha dato sviluppo alla ricerca mariana trasformandola in pianta feconda di fiori e di frutti. In nessun modo intendo anticipare le considerazioni degli studiosi, che si alterneranno in questi giorni, per studiare la ricezione, il bilancio e le prospettive mariologiche a partire dal Vaticano II. Intendo solo proporre alcune considerazioni generali, sulla innegabile primavera mariana postconciliare, individuando protagonisti e apporti decisivi.
Credo che si possano individuare tre cause, fra le altre, che hanno contribuito in modo rilevante al rilancio di una mariologia scientifica di alta qualità teologica, che ha saputo riplasmare non solo il discorso dottrinale su Maria, ma anche la pietà del popolo cristiano e la sua spiritualità. Mi riferisco al protagonismo del magistero pontificio, ad alcuni dinamici laboratori di studi mariani e, infine, a una salutare impostazione metodologica, elaborata dall’ermeneutica della continuità aperta allo sviluppo.


Anzitutto, il discorso innovativo del Vaticano II, concentrato soprattutto nel capo ottavo della Lumen gentium, ebbe l’appoggio incondizionato del magistero papale, che si rese protagonista di una vera e propria rinascita mariologica. Iniziò Paolo VI, che, superando il paradossale silenzio scientifico dell’immediato post-concilio, tenne viva l’attenzione sul mistero di Maria, pubblicando due encicliche mariane — Mense maio (1965) e Christi Matri (1966) — e tre esortazioni apostoliche, Recurrens Mensis (1969), Signum magnum (1967) e Marialis cultus (1974). Nessuno può negare l’importanza contenutistica e metodologica, a esempio, della Marialis cultus, che evidenzia nella pietà mariana alcune caratteristiche — dimensione trinitaria, cristologica ed ecclesiologica — emergenti dall’approccio biblico, liturgico, ecumenico e antropologico. Si tratta di indicazioni che hanno arricchito la tavolozza ermeneutica, anche al di là della specifica riflessione mariologica. Di eccezionale ricchezza è stato, poi, il contributo del magistero mariano di Giovanni Paolo II, con l’enciclica Redemptoris Mater (1987), con l’esortazione apostolica Mulieris dignitatem (1988), con la lettera apostolica Tertio millennio adveniente (1994), con il suo ciclo di catechesi mariana (6 settembre 1995 - 12 novembre 1997), con i suoi innumerevoli discorsi e omelie mariane, con la lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae (2002) e con il capo sesto dell’enciclica Ecclesia de Eucharistia (2003). Nei ventisette anni di pontificato, Papa Wojtyła ha rivisitato tutto intero il mistero di Maria, non solo dal punto di vista dottrinale, ma anche da quello pastorale, catechetico, ecumenico e spirituale. È poi tutto ancora da studiare il contributo mariologico del Santo Padre Benedetto XVI, prima e durante il suo pontificato.
A questo punto ci chiediamo sul perché di questo innegabile protagonismo pontificio in campo mariano: si tratta forse di espressione esagerata di devozione mariana o non piuttosto di un dato teologico che appartiene all’essenza del ministero petrino? A questo riguardo, Leo Scheffczyk affermava che, nell’universo della fede cattolica, «“Pietro” e “Maria”, nonostante siano caratterizzati da una personalità e storicità singolari, possono essere considerati “princípi” della realtà della fede cattolica. Non lo sono tanto nella loro autonomia, ma proprio nel loro rapporto e nel loro orientamento reciproco». Il ministero petrino, visto nella struttura ministeriale della Chiesa, oltre che esprimere una funzione ecclesiale, è parte integrante dell’identità del cattolicesimo, della sua qualità teologica e cristologica. Dal momento che ogni ministero apostolico ha un ruolo di mediazione tra l’umanità e Cristo, mediatore universale, anche il ministero petrino è radicato nella legge della mediazione che emana da Cristo, e che viene concretizzata nella Chiesa. Al ministero petrino spetta, però, una posizione di preminenza, dal momento che «esprime ancora una volta in una sola persona quello che gli apostoli erano insieme». Si tratta di un ministero necessario per l’unità della Chiesa.
Il principio petrino, inoltre, evidenzia il fatto che l’uomo con le proprie forze non può raggiungere la salvezza, che proviene solo da Dio in Gesù Cristo. Di fronte a tale ministero ci vuole una ricettività da parte dell’uomo e più precisamente da parte della Chiesa fatta di uomini battezzati. Da una parte si ha l’offerta della grazia mediante il ministero, dall’altra la recezione di questa grazia vista nella potenzialità che la Chiesa ha di riceverla. In ciò risiede la ragione teologica per affermare la realtà di Maria e il «principio mariano» nella Chiesa. Se la mariologia è un punto d’incontro di tutte le linee del dogma cattolico, Maria costituisce «il principio della Chiesa come ancella del Signore che serve, come mediatrice della salvezza, ma nell’ordine dei membri, cioè non come capo». Maria è l’immagine della Chiesa, non come realtà sociologica, ma come «grembo in cui viene portata e sempre di nuovo nasce la vita mistica di grazia di Gesù, il vaso vivente che, ricevendo, trasmette la salvezza di Cristo».
Il rapporto tra principio petrino e principio mariano può essere caratterizzato come paternità della generazione della salvezza e come maternità della ricezione della salvezza. Queste denominazioni corrispondono ed esprimono una realtà, dal momento che, a esempio, il ministero viene caratterizzato nel Nuovo Testamento con le parole con le quali Paolo si definisce padre nei confronti della sua comunità: «Vi ho generati in Cristo Gesù mediante il Vangelo» (1 Corinzi, 4, 15). D’altra parte anche la Chiesa, che accoglie la salvezza e opera mediante la forza generatrice di Cristo, viene designata con i titoli di madre, donna, sposa o vergine. Nel ministero apostolico si può vedere la continuazione della mediazione di Cristo, come capo nell’evento salvifico e come principio della disposizione autorevole della salvezza, mentre in Maria si può vedere il principio della disponibilità della Chiesa a ricevere e a distribuire la salvezza: «Maria è il principio della prontezza umana illimitata per la salvezza, il principio che abbraccia la salvezza, il principio cooperatore e dotato di compassione». Nella realtà della Chiesa, i due principi non solo non sono contrapposti ma si compenetrano reciprocamente, per cui la Chiesa intera è contemporaneamente petrina e mariana. Si tratta di una specie di pericoresi, di interrelazione reciproca. Di conseguenza l’autorità nella Chiesa non può fare a meno di essere vivificata dall’atteggiamento mariano del fiat, del servizio fatto con umiltà, dedizione, generosità, fedeltà e comunione stretta con Cristo. D’altra parte, questa compenetrazione fa sì che il ministero petrino non possa essere percepito dalla Chiesa come una realtà estranea e autoritaria, ma solo come struttura necessaria per la trasmissione della vita di grazia nella concretezza della storia. Il profondo interesse, quindi, del magistero pontificio per la questione mariana non è solo un aspetto estrinseco e marginale dell’insegnamento papale, ma ne costituisce una dimensione intrinseca, che del resto viene ampiamente fondata e manifestata nella preghiera liturgica della Chiesa.

mercoledì 5 settembre 2012

23°Congresso mariologico mariano internazionale


Ieri pomeriggio, 4. settembre 2012, si è aperto con una celebrazione, presieduta dal Cardinale Angelo Amato, nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore, il 23°Congresso mariologico mariano internazionale.








martedì 4 settembre 2012



XXIII CONGRESSO MARIOLOGICO MARIANO INTERNAZIONALE
XXIII MARIOLOGICAL MARIAN INTERNATIONAL CONGRESS
XXIII CONGRÈS MARIOLOGIQUE MARIAL INTERNATIONAL
XXIII CONGRESO MARIOLÓGICO MARIANO INTERNACIONAL

Roma
4-9 settembre 2012


La Mariologia a partire dal concilio vaticano II
Ricezione, Bilancio e Prospettive

Mariology since the Second Vatican Council.
Reception, Results and Perspectives

organizzato da / organized by / organizado por / organisé par
PONTIFICIA ACADEMIA MARIANA INTERNATIONALIS
Città del Vaticano
Segreteria:
Via Merulana 124


lunedì 3 settembre 2012



Resoconto dei restauri della Cappella del Beato Egidio
fatti in occasione del 750° della morte del Beato Egidio


I lavori di restauro della cappella del Beato Egidio a Monteripido, condotti dalla Ditta Coo.Be.C. di Spoleto, sotto la direzione della dott.ssa Tiziana Biganti della Soprintendenza ai Beni Storico - Artistici dell’Umbria, e di Padre Luigi Giacometti, incaricato della cura storico-artistica del convento del Monte, sono iniziati nel maggio 2012 e terminati il 16 giugno dello stesso anno.
Il progetto di restauro, preventivamente approvato dalla Soprintendenza ai Beni Storici ed Artistici dell’Umbria, prevedeva la restituzione alla comunità francescana di Monteripido dell’apparato decorativo in stile, coperto da uno strato di tinteggiatura a calce di colore avorio, realizzato nei primi anni del Novecento da un pittore locale. Rimaneva in vista solo il dipinto murale, sopra l’altare di fondo, raffigurante la Crocifissione, databile intorno al XV secolo.

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domenica 2 settembre 2012



Ogni buon regalo e ogni dono perfetto
vengono dall'alto e discendono dal Padre,
creatore della luce:
presso di lui non c'è variazione
né ombra di cambiamento.
Gc 1,17

La Verna

Todo lo que es bueno y perfecto
es un don de lo alto y desciende del Padre de los astros luminosos,
en quien no hay cambio ni sombra de declinación.


San Damiano


All good giving and every perfect gift is from above,
coming down from the Father of lights, 
with whom there is no alteration or shadow caused by change.