mercoledì 16 maggio 2012

Presentazione del volume "Maschile e femminile, vita consacrata, francescanesimo. Scritti per l'VIII centenario dell'Ordine di Santa Chiara (1212-2012)

Roma - Pontificia Università Antonianum - Aula A
il 25 maggio 2012 alle ore 17 


In occasione della chiusura dell'Anno accademico, l'Istituto Francescano di Spiritualità propone ai docenti e studenti e a tutti gli interessanti un momento di  celebrazione, di preghiera e di festa.
Il momento avrà inizio alle ore 17 in aula A con la presentazione del volume Maschile e femminile, vita consacrata, francescanesimo. Scritti per l'VIII centenario dell'Ordine di Santa Chiara, a cura di P. Martinelli, EDB, Bologna 2012.

Successivamente vi sarà un momento di preghiera e di ricordo delle attività svolte durante l'anno accademico per terminare poi con un momento di cena condivisa.

martedì 15 maggio 2012

Le case dei santi
Un percorso nella Roma cristiana dal '500 al '700

Realizzazione:  minoritica Provincia Romana dei SS. apostoli Pietro e Paolo
Referenti:  minoritica Provincia Romana dei SS. apostoli Pietro e Paolo
Centro Culturale aracoeli
Scala dell’arce Capitolina, 12 – 00186 Roma
tel.: 06 69763831 – fax: 06 69763832


Roma 25 maggio - 23 giugno 2012
Orario di apertura
dal 25 al 23 giugno
ogni venerdì, sabato e domenica
9.00-12.30/16.30-18.30
ingresso gratuito
(le visite di domenica sono da regolarsi secondo gli orari delle SS. Messe)






lunedì 14 maggio 2012


Il discorso che era stato preparato dal Santo Padre per la visita al santuario de la Verna

Cari Frati Minori,
care figlie della Santa Madre Chiara,
cari fratelli e sorelle: il Signore vi dia pace!


Contemplare la Croce di Cristo! Siamo saliti pellegrini presso il Sasso Spicco della Verna dove «due anni prima della sua morte» (Celano, Vita Prima, III, 94: FF, 484) san Francesco ebbe impresse nel suo corpo le piaghe della gloriosa passione di Cristo. Il suo cammino di discepolo lo aveva portato ad una unione così profonda con il Signore da condividerne anche i segni esteriori del supremo atto di amore della Croce. Un cammino iniziato a San Damiano davanti al Crocifisso contemplato con la mente e con il cuore. La continua meditazione della Croce, in questo luogo santo, è stata via di santificazione per tanti cristiani, che, durante otto secoli, si sono qui inginocchiati a pregare, nel silenzio e nel raccoglimento.

La Croce gloriosa di Cristo riassume le sofferenze del mondo, ma è soprattutto segno tangibile dell’amore, misura della bontà di Dio verso l’uomo. In questo luogo anche noi siamo chiamati a recuperare la dimensione soprannaturale della vita, a sollevare gli occhi da ciò che è contingente, per tornare ad affidarci completamente al Signore, con cuore libero e in perfetta letizia, contemplando il Crocifisso perché ci ferisca con il suo amore.






«Altissimu, onnipotente, bon Signore, Tue so’ le laude, la gloria e l’honore et omne benedictione» (Cantico di Frate Sole: FF, 263). Solo lasciandosi illuminare dalla luce dell’amore di Dio, l’uomo e la natura intera possono essere riscattati, la bellezza può finalmente riflettere lo splendore del volto di Cristo, come la luna riflette il sole. Sgorgando dalla Croce gloriosa, il Sangue del Crocifisso torna a vivificare le ossa inaridite dell’Adamo che è in noi, perché ciascuno ritrovi la gioia di incamminarsi verso la santità, di salire verso l’alto, verso Dio. Da questo luogo benedetto, mi unisco alla preghiera di tutti i francescani e le francescane della terra: «Noi ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo qui e in tutte le chiese che sono nel mondo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo».

domenica 13 maggio 2012


La visita del Santo Padre Benedetto XVI. de La Verna
è stata annullata a causa delle avverse condizioni meteo.


Come abbiamo aspettato il Papa: Le foto

VISITA PASTORALE DI BENEDETTO XVI AD AREZZO, 
LA VERNA E SAN SEPOLCRO


Oggi, 13 maggio 2012, Benedetto XVI compirà una visita pastorale ad Arezzo, alla Verna e Sansepolcro, tre località italiane dalle forte impronta monastica e contemplativa.

Alle 8:00 il Santo Padre partirà in elicottero per Arezzo dove giungerà un'ora dopo.

Alle 10:00 presiederà la Concelebrazione Eucaristica e guiderà la recita del "Regina Caeli" nel parco "Il Prato". Successivamente Benedetto XVI compirà una visita in privato alla Cattedrale di San Donato di Arezzo.

Dopo il pranzo con i Vescovi della Toscana, il Papa riprenderà l'elicottero per recarsi al Santuario della Verna e sostare alla Cappella delle Stimmate, dove San Francesco soleva meditare. Sulla spianata del Santuario il Papa incontrerà le varie Comunità dei Frati Minori, le Monache Clarisse della Toscana e le Religiose residenti a Chiusi della Verna.



Alle 18:30, sempre in elicottero, il Papa si trasferirà a Sansepolcro, dove visiterà la Cattedrale che custodisce il crocifisso denominato "Volto Santo", il volto più antico finora conosciuto di crocifisso tunicato. Alle 19:30 Benedetto XVI incontrerà la cittadinanza di Sansepolcro in Piazza Torre di Berta e al termine rientrerà in Vaticano alle 20:15.


sabato 12 maggio 2012


Discorso di Giovanni Paolo II alle Comunità francescane
nel Santuario della Verna
(17 settembre 1993)

Carissimi Fratelli e Sorelle!
Quest’incontro con voi Figli e Figlie di san Francesco, in un luogo tanto suggestivo e significativo per la storia e la spiritualità francescana, suscita nel mio animo una intima e profonda gioia. Ringrazio il Padre Hermann Schalück, Ministro Generale dei Frati Minori per le gentili parole che, anche a nome dei Superiori Generali degli altri Ordini – che saluto cordialmente – e di tutti i presenti, mi ha poc’anzi rivolto.
Numerose fonti storiche descrivono il desiderio di contemplazione che accompagnò l’intera esistenza di Francesco. Si legge nella Leggenda Maggiore di San Bonaventura che egli «lasciava la folla col suo chiasso e cercava la solitudine, col suo segreto e la sua pace: là, dedicandosi più liberamente a Dio, detergeva dall’anima ogni più piccolo grano di polvere» (FF 1222).
Le prolungate soste del Poverello su questo monte sono eloquente testimonianza del suo bisogno di solitudine. È significativo, al riguardo, il fatto che Francesco, pur così fermo nella radicale scelta di povertà, non abbia rifiutato il dono della Verna, offertagli, com’è noto, dal Conte Orlando di Chiusi, affinché potesse trascorrervi lunghe quaresime in totale dedizione alla preghiera ed alla penitenza. La caratteristica conformazione naturale e le forti asperità del luogo facevano sì che esso, come affermano i Fioretti, fosse «troppo bene atto a chi volesse fare penitenza, in luogo rimosso dalla gente, o a chi desiderasse vita solitaria» (FF 1897).
L’eremo della Verna divenne così uno dei rifugi più amati da Francesco e particolarmente caro alla tradizione minoritica. Qui il Poverello di Assisi ricevette le stimmate quasi a suggello della sua costante e appassionata ricerca di Dio.
L’austero e magnifico Santuario, nel quale ci troviamo, rimane ancora oggi uno dei segni quasi tangibili dell’anima contemplativa di Francesco e della lezione che egli ha lasciato, al riguardo, a tutto il Francescanesimo. Esso ricorda ai numerosi pellegrini e visitatori, anche dei nostri tempi, secondo la felice espressione della Leggenda Minore, come «il verace amore di Cristo» trasformò «l’amante nell’immagine perfetta dell’Amato» (FF 1377).
La considerazione di Cristo crocifisso fu per Francesco così intensa ed intrisa di amore da portarlo gradualmente alla identificazione con Lui. Nella povertà, nell’umiltà e nelle sofferenze del Crocifisso, egli scoprì la sapienza divina, rivelata agli uomini nel Vangelo, una sapienza che sorpassa e vince ogni mondano sapere.
Dalla fecondità di questa intuizione francescana sono scaturiti molteplici frutti di santità nella Chiesa. San Francesco continua nei secoli ad esercitare un singolare fascino su innumerevoli persone che, nei diversi stati di vita, si sentono attratte ad intraprendere lo stesso itinerario spirituale e religioso.
Nella società attuale, tra tanti fenomeni di segno i diverso, emerge in modo sempre più chiaro un bisogno reale di verità, di essenzialità e di autentica esperienza di Dio. A voi, carissimi Figli e Figlio di Francesco, a motivo della speciale vocazione che riassume ed armonizza nascondimento nell’eremo e impegno apostolico, spetta il compito di additare anche ai nostri contemporanei, in atteggiamento di fraternità universale, la risposta appagante a tali attese. Essa consiste nell’abbandono fiducioso all’amore salvifico, anche se crocifiggente, del Signore Gesù.
Possano le vostre Comunità, carissimi Fratelli e Sorelle, diventare sempre più, nel solco di una tradizione ormai secolare, centri irradianti di tale viva spiritualità; siano richiamo costante ai valori cristiani e proposta coraggiosa di quella scelta totale di Dio da cui sgorgano il servizio sincero per ogni uomo e l’impegno fattivo per la costruzione della pace.
Accanto a Francesco la Provvidenza celeste ha posto Chiara, la giovane assisiate che meglio d’ogni altro seppe capirne ed assimilarne lo spirito. Di questa vergine mite e forte celebriamo quest’anno l’ottavo centenario della nascita. Come ho avuto modo di ricordare nella Lettera indirizzata alle Claustrali in occasione dell’apertura di tale giubileo, «l’itinerario contemplativo di Chiara, che si concluderà con la visione del “Re della gloria” (Proc IV, 19: FF 3017) inizia proprio dal suo consegnarsi totalmente allo Spirito del Signore, alla maniera di Maria nell’Annunciazione» (n. 2).
La figura di Chiara, «prima pianticella» di Francesco (Leggenda maggiore, IV, 6, FF 1074) sia modello di ogni vita minoritica, dedita interamente ad «osservare il santo Vangelo del nostro Signore Gesù Cristo» (Regola Bollata, I, FF 75). Auspico di cuore che le celebrazioni centenarie risveglino nelle Clarisse la freschezza dell’entusiasmo originario e portino quanti camminano sulle orme del Poverello a riscoprire l’essenzialità della contemplazione nella loro più genuina tradizione.
Con tali sentimenti, mentre affido al Signore l’intera Famiglia francescana, rinnovo a ciascuno e a ciascuna di voi l’incoraggiamento a proseguire nella fedele sequela del vostro Serafico Padre. Vi accompagni l’augurio di “pace e bene”, a lui tanto caro, e la mia Benedizione, che di cuore vi imparto, estendendola volentieri ad ognuna delle vostre Fraternità disseminate nel mondo intero.

Fonte: Acta Ordinis Fratrum Minorum II (1993), 135-136.

venerdì 11 maggio 2012

Preghiera a S. Francesco di Giovanni Paolo II
pellegrino alla Verna del 17 settembre 1993
Giovanni Paolo II è stato il primo Papa che è salito come pellegrino alla Verna




San Francesco, stigmatizzato della Verna,
il mondo ha nostalgia di te
quale icona di Gesù crocifisso.
Ha bisogno del tuo cuore aperto
verso Dio e verso l’uomo,
dei tuoi piedi scalzi e feriti,
delle tue mani trafitte e imploranti.
Ha nostalgia della tua debole voce,
ma forte della potenza del Vangelo.
Aiuta, Francesco, gli uomini d’oggi
a riconoscere il male del peccato
e a cercarne la purificazione nella penitenza.
Aiutali a liberarsi dalle stesse strutture di peccato,
che opprimono l’odierna società.
Ravviva nella coscienza dei governanti
l’urgenza della pace nelle Nazioni e tra i Popoli.
Trasfondi nei giovani la tua freschezza di vita,
capace di contrastare le insidie
delle molteplici culture di morte.
Agli offesi da ogni genere di cattiveria
comunica, Francesco, la tua gioia di saper perdonare.
A tutti i crocifissi dalla sofferenza,
dalla fame e dalla guerra riapri le porte della speranza.
Amen.

giovedì 10 maggio 2012

Promulgazione di Decreti

Giovedì 10 maggio 2012 il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza privata Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Card. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell’udienza il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione a promulgare i seguenti Decreti relativi a Cause della Postulazione OFM:



Il martirio dei Servi di Dio Federico Bachstein e XIII Compagni, religiosi professi dell’Ordine dei Frati Minori, uccisi in odium fidei a Praga il 15 febbraio 1611.















Il martirio del Servo di Dio Odoardo Focherini, padre di famiglia, laico della Diocesi di Carpi e socio dell’Azione Cattolica Italiana, ucciso, in odio alla Fede a Hersbruck (Germania) il 27 dicembre 1944.

















Le virtù eroiche del Servo di Dio Raffaello delle Nocche, Vescovo di Tricarico, Fondatore dell’Istituto Discepole di Gesù Eucaristico, nato a Marano (Na) il 19 aprile 1877 e morto a Tricarico il 25 novembre 1960.

mercoledì 9 maggio 2012

Pietro viene a trovare Francesco stimmatizzato

Il 13 maggio il Santo Padre Benedetto XVI salirà al Santuario della Verna. Dopo la visita di Giovanni Paolo II del 17 Settembre 1993, ricorrenza delle Stimmate di San Francesco, questo è il secondo Papa che sale come pellegrino in nemmeno vent’anni.
 
Grande gioia e senso di riconoscenza animano i cuori di noi frati della Provincia Toscana delle Stimmate e soprattutto quelli della comunità alvernina per questo inestimabile dono per cui avremo l’occasione di accogliere il Pastore della Chiesa universale che viene per confermarci nella fede nel luogo dove, nel lontano 1224, un Francesco d’Assisi provato e stanco, in perenne ricerca del volto di Dio, da quello stesso Dio nella sua carne è stato toccato e nella fede in Lui confermato.
Le stimmate di Francesco sono insieme il segno vigoroso ed efficace di un Dio che per noi e per amor nostro ha dato la vita; è anche segno della possibilità, per chi ama veramente, di entrare in una dimensione più profonda della vita cristiana: in intima unione con la vita di Gesù crocifisso e risorto, già data dal Battesimo, fino alla Sua imitazione concreta e storica, per quanto lontana dall’originale ed imperfetta, per il bene dell’umanità. Quelle stimmate in qualche maniera significano anche le ferite dell’uomo contemporaneo che nonostante tutti i successi e i progressi scientifici ed economici, ha tuttavia ancora bisogno di un samaritano che di lui si prenda cura, gli fasci le ferite, lo porti in un luogo sicuro e tutto questo senza chiedere qualcosa in cambio.

L’identità spirituale del Golgota francescano è conservata gelosamente e premurosamente dai frati che, pur dimorando in altri conventi della Provincia minoritica Toscana ed oltre, si definiscono frati della Verna. Essere frate della Verna può significare tante cose ma forse oggi può significare più che altro mantenere vivo il desiderio di Dio nel cuore ferito dell’umanità di oggi.
Il Santuario, che accoglie tanti pellegrini durante l’anno, vuole palesarsi proprio come la locanda narrata nella parabola del Buon Samaritano, dove i frati, come tanti samaritani, sono inviati e mossi dal desiderio di fasciare le ferite delle donne e degli uomini del nostro tempo. Ferite di natura spirituale soprattutto, che invisibili ad occhio umano oppure troppo brutte e purulente per essere guardate e toccate, vengono però chiaramente e drammaticamente percepite nei cuori da chi soffre. I samaritani si sforzano di guardare anche lì dove altri non vogliono guardare e girano il volto dall’altra parte. I samaritani si allenano nella buona battaglia della carità apostolica, né peggiori né migliori degli altri: semplicemente perché toccati per primi dalla grazia di Dio e perché per primi soccorsi da quel Buon Samaritano che mai si stanca di lavare, curare e fasciare le ferite. Chi ama sa osservare e vedere la realtà celata agli occhi del corpo ma aperta agli occhi del cuore, nel Cuore trafitto e ferito di Cristo.
Noi frati della Verna accogliamo Sua Santità con calore e immensa gratitudine e gli chiediamo che ci confermi nel cammino percorso fin qui, che ci indichi nuove strade per il domani e perché no, anch’Egli sosti insieme a noi, seppur per un breve momento, in questa bella e accogliente locanda mistica che è il Santuario della Verna, tappa benefica di un lungo itinerario del cuore e della mente verso Dio, che qui si rivela Bellezza crocifissa e nella quale bramiamo d’immergerci in un’umile preghiera del cuore, certi soltanto così di poter incontrare il Signore Dio vivo e vero, sulla scia del poverello d’Assisi.

martedì 8 maggio 2012

Giornata di Studio “Nuova evangelizzazione e carisma francescano”

L’8 maggio 2012 
si è tenuta l'annuale giornata di studio 
del'Istituto Francescano di Spiritualtà della Pontificia Università Antonianum sul tema
 Nuova evangelizzazione ecarisma francescano, 
in preparazione alla XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi su 
La Nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede.


Priamo Etzi, ofm, Rettore Magnifico della PUA



Paolo Martinelli, ofmcap - Preside dell'Istituto Francescano di Spiritualità


S. E. Mons. Nikola Eterović - Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi


Raniero Cantalamessa ofmcap - Predicatore della Casa Pontificia

Festa di S. Maria Mediatrice - 
Patrona della Chiesa in Curia Generale OFM
8 maggio

“Ave, Signora, santa regina, santa Madre di Dio, Maria che sei vergine fatta Chiesa. ed eletta dal santissimo Padre celeste, che ti ha consacrata insieme col santissimo suo Figlio diletto e con lo Spirito Santo Paraclito; tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene”. (S. Francesco)





lunedì 7 maggio 2012


Filosofía Iberoamericana, un análisis critico a través de su historia
por el dr. Fr. Sergio Durán Fuerte ofm
de la Universidad Franciscana de Méxixo

Presentación de Libro:
Martes 8 de mayo 2012
Sala: 2
Hora: 18:00

Ver: www.ufm.edu.mx

domenica 6 maggio 2012


V Domenica della Pasqua

Rimanete in me e io in voi.
Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite,
così neanche voi se non rimanete in me.
Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto.
(Gv 15,4-5)

Blaž Farčnik, Il convento francescano a Lubiana-Vič


Permanezcan en mí, como yo permanezco en ustedes.
Así como el sarmiento no puede dar fruto si no permanece en la vid, tampoco ustedes, si no permanecen en mí. Yo soy la vid, ustedes los sarmientos El que permanece en mí, y yo en él, da mucho fruto.
(Juan 15,4-5)

Remain in me, as I remain in you.
Just as a branch cannot bear fruit on its own unless it remains on the vine, so neither can you unless you remain in me. I am the vine, you are the branches. Whoever remains in me and I in him will bear much fruit.
(John 15:4-5)

Permanecei em mim, e eu permanecerei em vós.
Como a vara de si mesma não pode dar fruto, se não permanecer na videira, assim também vós, se não permanecerdes em mim.  Eu sou a videira; vós sois as varas. Quem permanece em mim e eu nele, esse dá muito fruto.
(João 15:4-5)

sabato 5 maggio 2012


Vita religiosa e concilio Vaticano II
I francescani tra “attualità” e ritorno alle fonti
Pontificia Università Antonianum - Facoltà di Teologia
Université Lumière Lyon 2 - Laboratoire de Recherche Historique

Rhône-Alpes - Religions, Sociétés et Acculturation


Lunedì 7 maggio 2012 - ore 16,00
Pontificia Università Antonianum
Via Merulana, 124 – Roma - Aula A


Approfondimenti sul volume di Giuseppe Buffon, San Francesco d’Assisi: fonti francescane e rinnovamento conciliare, Messaggero, Padova 2011; trad. fr., Le renouveau Franciscain au 20e siècle: le Premier “totum” des sources franciscaines”, Editions franciscaines, Paris 2011.

Modera: Mary Melone
ore 16.00 Christan Sorrel, Il rinnovamento conciliare tra i religiosi nel contesto francese
ore 16.30 Giancarlo Rocca, Religiosi e Vaticano II, con riferimento al caso italiano
ore 17.00 Discussione

Il processo di rinnovamento intrapreso dai francescani per impulso del Concilio Vaticano II sembra trovare nell’ambiente socio-culturale ed ecclesiale francese un terreno particolarmente fertile. La Chiesa francese è in prima linea sul piano dell’attenzione missionaria verso una incipiente secolarizzazione, come dimostra l’esperienza del clero operaio. In particolare, essa è disposta alla sperimentazione pastorale, apprezzabile, ad esempio, nelle iniziative intraprese per la fondazione e sviluppo del Centro Pastorale per le Missioni Interne.
Il cattolicesimo francese si distingue per la riflessione teologica dei grandi maestri del Concilio Vaticano II e, soprattutto, per l’impegno editoriale di divulgazione dei temi di carattere religioso e spirituale, nel cui quadro si colloca il progetto di traduzione delle fonti francescane. “Tradurre”, ovvero “attualizzare” testi appartenenti
alla tradizione cristiana, per farne strumento di riflessione e formazione: pare questo l’obiettivo principale dell’editoria cattolica e, nel caso specifico, francescana francese. L’attenzione all’attualità diventa così non solo
strategia editoriale, ma anche cifra interpretativa, principio ermeneutico. Attenzione all’attualità: non è forse questo il principio sul quale si fonda lo stesso aggiornamento conciliare?

Informazioni
Pontificia Università Antonianum
Via Merulana, 124 - 00185 Roma
Tel. 06670373502
Web: www.antonianum.eu

venerdì 4 maggio 2012

Dalla spiritualità di comunione una testimonianza credibile
Il cardinale João Braz de Aviz su vita consacrata e nuova evangelizzazione

l cardinale João Braz de Aviz

Oggi non bastano più un codice morale, l’eredità spirituale ricevuta o un’ideologia per rendere possibile l’annuncio di Cristo. È necessaria la testimonianza comunitaria della spiritualità di comunione che Giovanni Paolo II ha indicato come la forza della Chiesa nel nuovo millennio. Lo ha detto il cardinale João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, durante l’incontro con i religiosi e le religiose di Malta, Gozo e Comino — promosso in collaborazione con il nunzio apostolico, l’arcivescovo Tommaso Caputo — in occasione del ventesimo anniversario della Conferenza dei superiori e delle superiore maggiori locali. Affermazioni di scottante attualità alla vigilia della Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che si celebra domenica 29 aprile, e che vede impegnati in prima fila tante congregazioni e istituti.
«La vita consacrata — ha detto il porporato — ha oggi una strada possibile da percorrere per mostrare e donare al mondo il suo significato più profondo: costruire tra i suoi membri, tra gli istituti, gli uni con gli altri, con le altre realtà della Chiesa, con ogni uomo o donna nei vari campi della vita umana, questi rapporti che hanno il dna del nostro Dio-Amore».
Nella tre giorni maltese, accompagnato da padre Donato Cauzzo, durante la quale il porporato ha incontrato le varie realtà della vita religiosa rappresentata da trentatré congregazioni sia maschili, sia femminili, ha parlato, tra l’altro, del rapporto tra consacrati e nuova evangelizzazione. Lo ha fatto partendo dalla preghiera di Paolo VI formulata all’apertura del Sinodo dei vescovi su «Evangelizzazione nel mondo contemporaneo» del 1974: «O Signore, noi dovremo risalire fino al mistero della Santissima Trinità per rintracciare l’origine prima del mandato che urge sopra di noi, e per scoprire, nelle investigabili profondità della vita divina, il disegno di amore, che investe, qualifica e sorregge la nostra missione apostolica». Sottolineando l’attualità di questa preghiera, il cardinale ha invitato a riflettere sulla situazione della vita consacrata nel nostro particolare momento storico. «La cultura globalizzata in atto — ha detto — tende a eliminare o a respingere i valori universali che, lungo la storia umana, sono stati sempre più riconosciuti da tutti, in modo speciale il rapporto con Dio, per affermare l’individualismo, il relativismo e il secolarismo. Così, senza Dio, ognuno diventa la regola di sé stesso e del bene, e riconosce come valore soltanto quello che dà piacere, che procura felicità, anche se in modo effimero, vissuto per un momento. Sempre di più quello che per la religione è valore, per l’uomo e per la donna della globalizzazione “mercantilista” non lo è».
Si produce così la contraddizione attuale. «Nel momento storico in cui la tecnica ha fornito le maggiori possibilità di rapporti — ha detto — l’eliminazione dei valori, per affermare l’individuo assoluto, mette in crisi la capacità umana di rapporti in tutte le direzioni». Infatti, «Sotto l’influenza di questa mentalità individualista e relativista — ha proseguito — che sopprime la vita di comunione, tipica del Vangelo, non si capisce più nel mondo ecclesiale dei consacrati a che serve l’obbedienza e come esercitare l’autorità e, tante volte, non si capisce più neanche il valore della vita in fraternità». Da qui, l’interpretazione in modo negativo del detto tradizionale del gesuita san Giovanni Berchmans riguardo alla vita comune: mea maxima pænitentia vita communis. Esso, ha fatto notare il cardinale, «diventa ancora più gravoso, al punto che molti consacrati abbandonano la vita comune per esperimentare un poco di libertà». Certamente, anche i religiosi risentono dei «riflessi di questa realtà del tempo presente nella nostra vocazione. Come tutti, sentiamo anche noi la crisi generalizzata nel costruire i rapporti umani. Li sentiamo decisivi, ma frequentemente ci sentiamo incapaci di costruirli in modo soddisfacente». Ecco perché è necessario «“risalire fino al mistero trinitario”, come ha indicato Paolo VI e come è stato ripreso nell’Esortazione apostolica Vita consecrata del 1996, che al capitolo primo parla della Confessio Trinitatis, invitando a tornare alle sorgenti cristologico-trinitarie della vita consacrata». Di questa realtà, ha aggiunto il prefetto, ha parlato in modo incisivo anche Giovanni Paolo II, quando ha proposto alla Chiesa di «promuovere la spiritualità di comunione come principio educativo in tutti i posti dove si plasma l’uomo e la donna e il cristiano in questo nuovo millennio che stiamo appena iniziando. Questa spiritualità di comunione è proposta adesso da Benedetto XVI per tutti i popoli».
Quale cammino intraprendere perché la vita consacrata ritrovi la sua fecondità e la sua felicità nella nuova evangelizzazione? Il cardinale ha indicato che occorre ripartire da Cristo per fare già da questa terra l’esperienza trinitaria, approfondendo sempre più la vita cristiana come rapporto personale con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Occorre anche una «riscoperta gioiosa di Dio-Amore, cioè di un rapporto con l’Amore, che è Dio e che realizza la diversità nell’unità. Abbiamo bisogno di lasciarci illuminare da questa relazione che passa tra le tre Divine Persone, che costituisce l’identità propria di Dio, e applicare questa realtà all’uomo e alla donna, creati ad immagine e somiglianza di Dio».
Il cardinale ha poi invitato a ripartire dal mistero dell’Incarnazione e dal mistero pasquale per essere testimoni di Dio-Amore nei rapporti umani ed ecclesiali. «Perché i rapporti umani brillino d’amore — ha detto — è necessario riprendere tra noi il sentimento e gli atteggiamenti di uguaglianza: uguale dignità, tutti unicamente figli di Dio-Amore. Tutto il di più: ministeri, servizi, carismi, doni, beni, cioè, le nostre giuste diversità, servono unicamente alla bellezza e forza di questa fraternità nella Chiesa. Le ideologie, anche nel nostro tempo, non sono state capaci di realizzare i grandi valori umani della libertà, della uguaglianza e della fraternità. Questi, però, sono i valori centrali dell’antropologia cristiana. Se ritorniamo oggi, con semplicità e decisione, all’esperienza della nostra identità trinitaria, la Chiesa, con tutte le sue realtà costruite durante questi venti secoli, potrà crescere nell’offrire speranza vera all’umanità». Concludendo, il porporato ha sottolineato come «l’amore che va e che viene nel rapporto umano genera la presenza di Gesù vivo e risorto nella comunità». Questa presenza di Cristo «tra discepoli che vivono l’amore reciproco, dà ai rapporti umani la dimensione più perfetta. Più questa esperienza si allarga, più la Chiesa, con tutta la sua bellezza umana, risplende di divino».


giovedì 3 maggio 2012

Gli esercizi spirituali del Ministro generale e del Definitorio OFM
Tra il 28 aprile e l’8 maggio 2012 sono presenti in Terra Santa il Ministro Generale dell’Ordine e gli altri membri del Governo dell’Ordine.


mercoledì 2 maggio 2012

Parigi - Il Colloquio Internazionale 

si terrà a Parigi presso l'Ecole Normale Supérieure
10 - 12 maggio 2012

Salle des Actes

45, rue d’Ulm  75005 PARIS

Per la prima volta in Francia si discuterà la delicata questione del "realismo fenomenologico" per cercare di analizzare come sia stata recepita la fenomenologia di Edmund Husserl a partire proprio  dai suoi stessi discepoli (Edith Stein, Hedwig Conrad-Martius, Roman Ingarden, Max Scheler, Adolf Reinach).

Une autre phénoménologie ?

Another Phenomenology ?


Réalismes phénoménologiques vs.
Phénoménologie transcendantale

The Controversy between Husserl and the early Phenomenologists of Munich and Göttingen


martedì 1 maggio 2012


New edition of Fraternitas
Nuovo numero di Fraternitas
Nuevo numéro de Fraternitas
Novo número de Fraternitas
Nouveau numéro de Fraternitas
Neue Nummer des Fraternitas
Novi broj Fraternitasa
Nowy numer Fraternitas