Omelia del Santo Padre BENEDETTO XVI
durante la festa della Presentazione del Signore
in occasione della XVII Giornata della Vita Consacrata
Basilica
Vaticana
Sabato, 2 febbraio 2013
Vi invito in primo luogo ad alimentare una fede in grado di
illuminare la vostra vocazione.
Vi esorto per questo a fare memoria, come in un
pellegrinaggio interiore, del «primo amore» con cui il Signore Gesù Cristo ha
riscaldato il vostro cuore, non per nostalgia, ma per alimentare quella fiamma.
E per questo occorre stare con Lui, nel silenzio dell’adorazione; e così
risvegliare la volontà e la gioia di condividerne la vita, le scelte,
l’obbedienza di fede, la beatitudine dei poveri, la radicalità dell’amore. A
partire sempre nuovamente da questo incontro d’amore voi lasciate ogni cosa per
stare con Lui e mettervi come Lui al servizio di Dio e dei fratelli (cfr Esort.
ap. Vita consecrata, 1).
La Verna, 2012 |
In secondo luogo vi invito a una fede che sappia riconoscere
la sapienza della debolezza.
Nelle gioie e nelle afflizioni del tempo presente,
quando la durezza e il peso della croce si fanno sentire, non dubitate che la
kenosi di Cristo è già vittoria pasquale. Proprio nel limite e nella debolezza
umana siamo chiamati a vivere la conformazione a Cristo, in una tensione
totalizzante che anticipa, nella misura possibile nel tempo, la perfezione
escatologica (ibid., 16). Nelle società dell’efficienza e del successo, la
vostra vita segnata dal «minorità» e dalla debolezza dei piccoli, dall’empatia
con coloro che non hanno voce, diventa un evangelico segno di contraddizione.
Marcia Francescana 2012 |
Infine, vi invito a rinnovare la fede che vi fa essere
pellegrini verso il futuro.
Per sua natura la vita consacrata è pellegrinaggio
dello spirito, alla ricerca di un Volto che talora si manifesta e talora si
vela: «Faciem tuam, Domine, requiram» (Sal 26,8). Questo sia l’anelito costante
del vostro cuore, il criterio fondamentale che orienta il vostro cammino, sia
nei piccoli passi quotidiani che nelle decisioni più importanti. Non unitevi ai
profeti di sventura che proclamano la fine o il non senso della vita consacrata
nella Chiesa dei nostri giorni; piuttosto rivestitevi di Gesù Cristo e
indossate le armi della luce – come esorta san Paolo (cfr Rm 13,11-14) –
restando svegli e vigilanti.
Congresso OSC, 2012 |
Per testo intero clica qui.
Nessun commento:
Posta un commento