Basilica di Sant’Antonio in Roma: una presenza da 125 anni
4 dicembre 2012
Martedì 4 dicembre 2012 nella Basilica di Sant’Antonio in Urbe con una
solenne liturgia si è celebrato il 125° anniversario dalla consacrazione e
dedicazione della medesima chiesa. Riportiamo l’omelia tenuta per l’occasione
dal p. Saturnino Ruiz De Loizaga, ofm, Vicario emerito della Comunità
Sant’Antonio in Roma e membro della Commissione Scotista.
Celebriamo oggi una ricorrenza importante, ossia la dedicazione della
nostra Chiesa, che fu consacrata 125 anni fa, esattamente domenica 4 dicembre
1887. Credo che sia opportuno fare oggi una piccola cronaca di questo lieto
evento.
Benediciamo e ringraziamo il Signore che ci concede la gioia di
celebrare 125 anni dalla consacrazione di questa nostra Basilica Antoniana, la
prima chiesa importante dedicata al grande Taumaturgo nella città di Roma. Fu
un’opera voluta dall’allora Ministro Generale dell’Ordine francescano, p.
Bernardino da Portogruaro, uomo fervidamente operoso. E l’arte rifulge in essa,
non solo nelle purissime linee del tempio classicamente basilicale, della
mistica cripta e dell’elegante campanile dalla cuspide fulgente, ma altresì nel
trionfo dei colori delle scene dell’abside e nella sobrietà delle tinte delle
pale degli altari e della decorazione della sacristia.
Chiesa che sorgeva a pochi passi dell’Arcibasilica Lateranense, che
Innocenzo III vide in sogno crollante e sostenuta da Francesco d’Assisi con le
sue spalle per liberarla dal crollo imminente.
Fu consacrata questa chiesa il 4 dicembre dell’anno 1887, con grande
pompa e solennità, come si conveniva ad una cerimonia che è, forse, la più
bella, la più suggestiva e più importante del rito cattolico. La cerimonia
riuscì particolarmente imponente per la partecipazione di Sua Eminenza cardinale
Lucido Maria Parocchi, Vicario Generale del papa Leone XIII. Questo cardinale
già aveva benedetto la prima pietra del tempio il 16 aprile 1884, anniversario
della professione religiosa di san Francesco. Oltre al cardinale Vicario furono
presenti dieci vescovi e arcivescovi. E mentre il cardinale Vicario consacrava
l’altare maggiore, i vescovi consacravano i dieci altari laterali, che ci sono
ancora.
La consacrazione del Tempio Antoniano costituì un vero avvenimento
dell’Urbe. Non solo per l’incremento della fede per mezzo delle sacre Missioni
– al cui scopo era diretto il Collegio internazionale – ma anche per
l’apostolato di carità che i francescani vi avrebbero svolto. Secondo le
cronache di allora una folla immensa assistette alla funzione, che durò dalle 8
del mattino alle 2 pomeridiane. Il Tempio, come il Collegio, fu dedicato a
sant’Antonio per desiderio e consiglio di sua Eminenza il cardinale Parocchi, e
non a san Giuseppe o a san Bonaventura come avrebbero voluto altri.
L’Osservatore Romano del giorno successivo, osservava
fra l’altro: «La Chiesa consacrata è, a giudizio di tutti quanti l’hanno
veduta, il degno coronamento di quel monumentale edificio di via Merulana che
la Roma moderna deve ai figli del Poverello d’Assisi». La solenne consacrazione
e dedicazione venne eternata nell’ iscrizione scolpita in marmo che si legge
entrando in Chiesa per la porta maggiore, a sinistra.
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