Il concerto in Vaticano per l’ottantaquattresimo
anniversario dei Patti
Lateranensi
Lunedì 4 febbraio 2013
Tale anniversario collega la Porziuncola al centenairo di
Costantino/Editto di Milano.
Nel 2013 ricorrono i 1700 anni dall’editto di Milano del 313 mediante
il quale l’imperatore Costantino diede termine alle persecuzioni dei cristiani.
A quell’evento la tradizione lega la “donazione di Costantino” secondo la quale
lo stesso imperatore avrebbe fatto dono al papa san Silvestro del territorio
della Chiesa.
Sebbene tale “donazione di Costantino” sia un falso – come dimostrò
definitivamente nel 1440 l’umanista Lorenzo Valla, che peraltro fu sepolto
nella Basilica costantiniana di San Giovanni in Laterano come canonico della
stessa – il potere temporale del Papa a partire dall’VIII secolo è certamente
un dato di fatto da spiegare altrimenti, poiché esso non dipende né da
donazioni, né da conquiste militari.
Tale potere temporale, contrariamente a quanto talvolta si afferma,
esiste ancora oggi sullo stato della Città del Vaticano riconosciuto dai Patti
Lateranensi siglati l’11 febbraio 1929 mediante cui la Santa Sede ha sovranità
in una porzione di territorio molto più piccola di quella antica. Proprio in
quel giorno il papa Pio XI paragonò l’ampiezza del nuovo stato al corpo di San
Francesco d’Assisi: «Ci pare di vedere le cose al punto in cui erano in San
Francesco benedetto: quel tanto di corpo che bastava per tenersi unita l’anima».
Senza quel corpo, per quanto piccolo, il papa non avrebbe goduto di
un’effettiva libertà, mentre proprio quella sovranità territoriale gliela
consentì, come venne dimostrato nei giorni dell’occupazione nazista di Roma:
l’intangibilità extraterritoriale della Santa Sede permise al papa di salvare
tanti membri della futura Repubblica Italiana, a partire dallo statista Pietro
Nenni, e soprattutto di mediare fra le parti belligeranti perché non si
combattesse in Roma. Se il pontefice fosse stato, come voleva Giosuè Carducci,
il “cittadino Mastai”, questo non sarebbe stato possibile.
Il potere temporale del papato, contrariamente a quanto si dice, esiste
ancora oggi sullo Stato Città del Vaticano riconosciuta dai Patti Lateranensi
siglati l’11 febbraio 1929 mediante cui la Santa Sede ha sovranità in una
porzione di territorio piccola, ma sufficiente per proclamare un primato
assoluto ed effettivo. Ad esempio Francesco Orestano (1873-1945), negli anni
’20 del XX secolo affermò che la questione è di garantire la libertà e
l’indipendenza del Papato che richiede un territorio su cui esercitare una
sovranità assoluta; egli denomina tale territorio "porziuncola",
scrivendo: «E non a caso diciamo porziuncola, perché ci sembra che uno spirito
francescano, italianissimo perciò, in cui il giure e la santità si fanno
perfetto equilibrio» ( F. Orestano, La Santa Sede e l’Italia negli accordi
dell’11 febbraio, in Id., Opera Omnia, III, t. I, Padova 1961, p. 246).
Tale potere temporale è uno strumento di libertà per la Chiesa stessa,
cosa certamente non promossa dalla concezione “libera Chiesa in libero Stato”,
tanto cara a Cavour, ma che non garantiva l’indipendenza del Papa.
Il 12 febbraio 2009 al concerto in occasione dell’80° anniversario
dello stato della Città del Vaticano, Benedetto XVI affermò: «Vorrei ricordare
[…] il venerato mio Predecessore Pio XI. Egli, nell’annunciare la firma dei
Patti Lateranensi e soprattutto la costituzione dello Stato della Città del
Vaticano, volle riferirsi a san Francesco d’Assisi. Disse che la nuova realtà
sovrana era per la Chiesa, come per il Poverello, "quel tanto di corpo che
bastava per tenersi unita l’anima"». Infatti Pio XI, l’11 febbraio 1929
nel discorso in occasione della firma del trattato e del concordato nel Palazzo
Lateranense – già ricordato sopra – affermò: «Nessuna cupidità terrena muove il
Vicario di Gesù Cristo, ma soltanto la coscienza di ciò che non è possibile non
chiedere; perché una qualche sovranità territoriale è condizione universalmente
riconosciuta indispensabile ad ogni vera sovranità giurisdizionale: dunque
almeno quel tanto di territorio che basti come supporto della sovranità stessa;
quel tanto di territorio, senza del quale questa non potrebbe sussistere,
perché non avrebbe dove poggiare. Ci pare insomma di vedere le cose al punto in
cui erano in San Francesco benedetto: quel tanto di corpo che bastava per
tenersi unita l’anima. Così per altri Santi: il corpo ridotto al puro
necessario per servire all’anima e per continuare la vita umana, e colla vita
l’azione benefica».
Il volume Il potere necessario, di Andrea Lonardo, appena edito dalla
Casa editrice Antonianum, spiega l’effettiva origine storica del potere
temporale della Chiesa. Fu lo spostamento della capitale dell’Impero a
Costantinopoli, voluta da Costantino nel 330, a dare avvio al processo. La
lontananza del potere imperiale, costretto ad affrontare prima la minaccia
persiana e poi quella araba, generò una situazione nella quale Roma si strinse
sempre più intorno all’autorità pontificia. Nonostante l’imperatore esercitasse
ancora il potere su Roma – venne a risiedere ancora nel 663 nell’urbe, deportò
il papa Martino I a Costantinopoli nel 653 e cercò più volte di far uccidere
papa Gregorio II (715-731) – il vescovo di Roma divenne di fatto l’arbitro
degli eventi romani, dalla gestione degli affari amministrativi alla difesa
dell’urbe contro i longobardi. Quando Ravenna cadde nel 751 in mano longobarda
si levò ormai solo il pontefice a difendere l’antico territorio
romano-bizantino.
Il volume Andrea Lonardo, Il potere necessario. I vescovi di Roma e la
dimensione temporale nel Liber pontificalis da Sabiniano a Zaccaria (604-702)
(Medioevo, 22), Ed. Antonianum, Roma 2012 può essere richiesto a:
Ed. Antonianum: Per richieste: edizioni@antonianum.eu
Libreria Apostoline
Via Merulana, 124
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00185 Roma
Tel. 06-77205027
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06081 S. Maria degli Angeli-Assisi
tel. 075.8051503
e-mail:info@libreriafrancescana.it
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